lunedì 19 settembre 2016

Vangelo o Corano?

Danilo Quinto.Vangelo o Corano? La stessa cosa.... 

 

Se ce lo avessero detto solo alcuni anni fa, non avremmo mai potuto immaginare di dover subire certe realtà nel nostro Paese. I media titolano diverse manifestazioni del genere in molte città d'Italia, in comunità così numerose e potenti da importare alcune barbare usanze, come fosse la cosa più naturale del mondo. Auxilium christianorum, ora pro nobis! L'invocazione viene spontanea, ma la preghiera non basta e grande è l'indignazione nei confronti di chi permette e anzi incoraggia tutto questo senza porre alcun argine all'islamizzazione della nostra Patria, se ancora è lecito pensare e usare questo termine e la realtà che rappresenta, che ancora resiste almeno nei monumenti e nel cuore di chi non ha portato il cervello all'ammasso. E se poi pensiamo che alla deriva dominante non si sottraggono neppure i sacerdoti e chi è ancora più in alto, qui siamo nel cuore del problema.

 
"Siamo tutti credenti, obbediamo alla spiritualità come sorgente di giustizia, poi ognuno ha scelto la sua strada, il Vangelo o il Corano", afferma il parroco della cattedrale di Bari, impegnato in preghiera con i musulmani per la festa islamica del sacrificio.

La ʿīd al-aḍḥā ("festa del sacrificio") o ʿīd al-naḥr ("festa dello sgozzamento") o ʿīd al-qurbān ( "festa dell'offerta", chiamata in lingua turca Eid Qurbani), è la festa islamica che ricorda il sacrificio ordinato da Dio ad Abramo per metterlo alla prova. Per i musulmani è per eccellenza la festa della fede e della totale sottomissione a Dio. Si sacrifica un animale, fisicamente integro e adulto: un ovino, un caprino, un bovino o un camelide. Viene ucciso mediante sgozzamento, con la recisione della giugulare che permetta al sangue di defluire, visto che per la legislazione biblica e coranica il sangue è impuro ed è quindi proibito mangiarne. La carne viene divisa preferibilmente in tre parti uguali, una delle quali va consumata subito tra i familiari, mentre la seconda va conservata e consumata in seguito e la terza viene destinata ai poveri della comunità, che non hanno i mezzi economici per acquistarlo. Il presidente di Aidaa (Associazione italiana in difesa di animali e ambiente) ha dichiarato: "Purtroppo lo sgozzamento dovrebbe avvenire solo nei macelli autorizzati e con una serie di accorgimenti che dovrebbero teoricamente ridurre al minimo la sofferenza dell'animale mentre invece avviene spesso nelle case private senza alcuna precauzione e soprattutto in maniera assolutamente illegale". Nella sola Milano si calcola che in questi giorni siano stati sgozzati almeno 30mila animali. Non c’è da meravigliarsi. Non abbiamo forse garantito ai musulmani di esercitare i diritti che derivano dai loro riti, anche se ledono le nostre leggi?

A Bari, invece, non ci sono stati sgozzamenti di animali nel padiglione della Fiera del Levante che ospitava 2mila musulmani riuniti per la festa. A officiare il rito è l’imam Adbdurrahman Ayub Said. 
 
Non si macella. L'imam Sharif Lorenzini, presidente nazionale e vicepresidente pugliese della Cidi, la Comunità islamica d'Italia, assicura che lo si farà in strutture autorizzate dalla Asl e aggiunge: "Nessun credo fomenta l'odio, chi dice il contrario sta solo strumentalizzando". Alle preghiere sono presenti l’assessore comunale alle Culture ("Siamo una faccia, una razza, e stesso mare", dice), fedeli cattolici e due sacerdoti della Chiesa Cattolica: il direttore della Caritas diocesana e il parroco della cattedrale che già si era reso protagonista, nello scorso mese di luglio, di un’iniziativa ecumenica, supportata peraltro in tutt’Italia da molti Vescovi dopo lo sgozzamento di un sacerdote cattolico da parte di islamici a Rouen, in Francia: la preghiera comune con l'imam Sharif Lorenzini, che in quell’occasione aveva preannunciato “una serie di iniziative che faremo insieme al parroco della Cattedrale. Ci rendiamo conto che la popolazione lo vuole e nei prossimi giorni rivedrò il parroco per organizzare altre iniziative comuni".

Detto, fatto. Si dissimula la Verità. Sacrilegio? Apostasia? Eresia? Sarà Dio a giudicare. Noi possiamo solo piangere e ricordare quel luogo meraviglioso affidato alle sue cure, dove lo splendore del romanico della facciata e delle navate, che risalgono al 1034, cela il tesoro del succorpo. A cinque metri di profondità, estendendosi per l’intera area al di sotto della Cattedrale, viene custodito il mistero della fede cristiana, così come si è sedimentato nel corso dei secoli, degli abitanti della città. Vi si accede attraverso una porticina situata prima dell’ingresso a destra della cripta. L’itinerario ha inizio con la fase romana, alla quale appartengono i resti di un grande edificio, articolato in diversi vani, che nei primi secoli dopo Cristo occupava l’area. Su una lastra di rivestimento in marmo di una base perduta, è stata ritrovata un’epigrafe latina, datata seconda metà del II sec. d.C., che testimonia il funzionamento della vita istituzionale, il sostenuto livello economico e sociale di Bari nella tarda età antoniniana e l’esistenza di un edificio per gli spettacoli. Di età romana è anche la strada lastricata, attraversata da una coppia di solchi di diversa ampiezza e profondità. Forse a partire dal V secolo, sui resti dell’edificio romano, fu edificata una basilica, lunga 40 e larga 18 metri, a tre navate, con abside rivolto a oriente e piani pavimentali a mosaico. Di straordinaria bellezza è il mosaico detto “di Timoteo”, attribuito al VI secolo, paragonabile ai manufatti di questo tipo che sono presenti solo in Siria. Si ammira, poi, la chiesetta alto-medievale scoperta sotto la piazzetta Bisanzio e Rainaldo, durante gli scavi del 1995 e del 1998. Il pavimento, conservato per ampi tratti, è realizzato con grandi tasselli calcarei disposti secondo un ordito geometrico definito da riquadri. Intorno alla chiesetta è presente una fitta area cimiteriale di tombe del tipo a fossa terragna oppure a casa di pietre. Sulla Basilica, a partire dal 1034, iniziò la realizzazione della nuova Cattedrale romanica, fondata dall’arcivescovo Bisanzio, eretta dal suo successore Nicola, completata nel 1064 da Andrea II. Il nucleo principale superstite della fabbrica del Mille, è riconoscibile nell’ambiente sotterraneo (confessio), diviso in tre navate. Dopo il 1170, l’arcivescovo Rainaldo ne promosse la ricostruzione. Sul modello della Basilica di San Nicola, venne ricostruito il transetto, con la cripta a sala sotto il presbiterio.

Orde islamiche, nel corso dei secoli, hanno assaltato la Puglia e Bari, fino all’assedio che durò per tutto il X secolo; solo nel 1004 i bizantini con l'aiuto dei veneziani, le cacciarono dalla città. E’ passato un millennio. Ora, sacerdoti cattolici dicono che Vangelo e Corano sono la stessa cosa. Se ci fosse qualcuno che è indotto a credergli, sappia che – da vittima – ha meno responsabilità di chi diffonde la menzogna.
 
Danilo Quinto - http://daniloquinto.tumblr.com/

1 commento:

  1. Stessa omelia qui a Lussemburgo. "Il Santo Spirito si manifesta in varî modi e l'ecumenismo [parlando della riunione di Assisi] dei nostri fratelli musulmani, ebrei , protestanti, ecc... serve Dio".

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