sabato 25 giugno 2016

il peccato di volere un'unica lingua

Brexit. Scricchiola la moderna Torre di Babele



 
Parlamento di Strasburgo e Torre di Babele
di Giorgio Usai

Ormai da lungo tempo è diventato un "mantra" che non si possa più fare teologia della storia e che gli accadimenti storici siano slegati e sfuggano al controllo e al potere di quel "Signore della Storia" rivelato nelle Scritture, poi però avvengono fatti come la Brexit e la memoria va subito all'episodio della Torre e della Città di Babele e quelle considerazioni lasciano spazio a nuovi modi di guardare a quella stessa storia che ci è stata tramandata e di cui siamo anche parte.

Partiamo dalla spiegazione dell'episodio tutt'altro che banale appoggiandoci all'esegesi fatta da fr. Emanuele Testa, di Genesi 11,1-9: il racconto è ambientato all'epoca dei grandi imperi della Mesopotamia e al versetto 1 recita: "la terra aveva un'unica lingua", ma il versetto non parla affatto di "lingua" (lashon) ma di un "solo labbro" (safah ehat) e di una "Città" e di una "Torre" che erroneamente evoca un edificio religioso, tipo le immense ziggurat, perchè il termine "migdal" che viene tradotto con "Torre" indica un edificio di tipo militare, un baluardo di difesa privo di connotati religiosi di cui erano dotate le città più significative di quel periodo storico.

Il contesto è politico, non religioso. L'espressione "un solo labbro e uniche parole"(dabar) ricorre spesso in documenti di corte Assira, che indicava con tale termine la pacificazione che seguiva alla conquista militare del grande impero, che sradicando e deportando i popoli conquistati li privava della loro lingua e della loro identità culturale al fine di sottometterli e utilizzarli come manovalanza. La stessa costruzioni di una nuova Città era il modo in cui si celebrava una nuova dinastia al potere o una grande impresa militare oltre che uno dei due modi in cui ci si faceva un "nome" duraturo nell'antichità (l'altro era la discendenza).

A fronte di questo progetto vi è il modo differente in cui il Popolo che tramanda questo racconto, Israele, vive e agisce. L'idea del versetto 3 di costruire con "mattoni" a differenza di Israele che usava la pietra data da Dio, mette in luce la sproporzione tra grandiosità dei progetti e mezzi per realizzarli. L'affermazione "che toccasse il cielo" contrapposto al fatto che al versetto 5 Dio per accorgersene "debba scendere dal cielo" indica la velleità di certe costruzioni umane.

Sin qui il racconto, ma è soprattutto la teologia sottesa che presenta in modo paradigmatico il pensiero di Dio rispetto al sogno totalitario degli imperi che si alternano in area mesopotamica: il peccato di voler ridurre tutta la terra a un'unica lingua ed uniche parole (oltre che un'unica moneta) provoca Dio a intervenire e a vanificare questo tipo di progetto, impedisce la costruzione della città e della torre e obbliga le nazioni a disperdersi su tutta la terra.

L'idea è quella di una salvaguardia dell'uomo da parte di Dio, non di una punizione, il motivo è la contrarietà agli imperialismi massificanti e totalitari che eliminano i popoli e le loro specificità (non dimentichiamo che il finale della storia in Apocalisse 21,4 parla di Popoli al plurale e in 21,24 di Nazioni, mai di un solo Popolo e di una sola Nazione in cui sono confluiti tutti gli altri ...). L'importanza di questo episodio e il fatto che ci sia stato tramandato è data dall'azione di Dio che si verifica ogni qual volta che si riproduce lo stesso tipo di dinamica.

Veniamo all'oggi: è innegabile che la costruzione Europea egemonizzata dalla Germania sempre desiderosa di un Reich tenda a cancellare autonomie, particolarismi e identità per farle convergere in un'unica moneta, in una sola prospettiva economica, in regole che valgono indistintamente ad ogni latitudine, applicate da una classe di euroburocrati insensibili alla voce democratica dei popoli.

Certo forse può sembrare esagerato considerare la "Torre" della BCE a Francoforte alla stregua della Torre che quale rocca militare signoreggiava sulla Città, e sicuramente non conviene identificare i Draghi e le svariate altre "bestie" antidemocratiche che vi siedono come quei Draghi e Bestie di cui si inebriarono le nazioni e i governanti della terra in Apocalisse 18, però resta un fatto che può e deve confortarci: ogni qualvolta sorgono questo tipo di progetti egemonici che sottraggono la speranza a intere generazioni riducendole alla disoccupazione, nascondendogli i loro veri interessi nazionali attraverso la tirannia del denaro usato come "malta e mattoni" per defraudarli della loro identità e delle loro legittime autonomie, sorge e sorgerà il Pantokrator a ristabilire, attraverso altri uomini, il corretto andamento del mondo.

http://www.campariedemaistre.com/2016/06/brexit-scricchiola-la-moderna-babele.html?m=1

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