domenica 21 giugno 2015

non mi ha mai chiamato "amore"

GENITORI ITALIANI. 

GENITORI SCANDINAVI

Una differenza.


Una volta rimasi sconvolto: ero in un ristorante all'aperto sul lago di Bracciano. C'era una famiglia scandinava con due bellissimi bambini (fanno tutti figli belli gli scandinavi), che mentre i genitori e amici mangiavano (nessuno obbligava i figli a cibarsi) e parlavano tra di loro, questi se ne stavano a giocare stravaccati per terra nella piazzola: praticamente dipingendosi gli uni gli altri facce braccia e gambe con i colori a spirito, tranquilli. Senza che i genitori intervenissero.
Era un eccesso.

Più in là c'era una famigliola di italiani: poco creativi i bambini, al contrario degli scandinavi erano però terribilmente rumorosi, strillavano di continuo, non giocavano in modo creativo: guerreggiavano. Ma i genitori italiani erano e sono tutti veramente spossanti, castranti, invadenti: sempre lì a dire fermo, non toccare, non ti sporcare, non correre, ti fai male, mangia mangia mangia... l'ossessione del cibo dei genitori italiani, che si portano dentro ancora secoli di ricordi ancestrali di fame atavica. Ottenendo il risultato opposto a quello desiderato. Non riescono ad avere una vita sociale perché ossessionati dal controllo asfissiante sui figli, incapaci di assecondarne la creatività. Ergo i figli riescono solo a menasse nei giochi. Perché sono repressi.

Stavo pensando tutto questo, mentre uscivo dal bar. Quando un gruppo di manco bambini ma quasi adolescenti di circa 11 anni stanno giocando sulla piazzetta, con le biciclette quelle piccole. Un giuggiolone de regazzino a momenti alto quanto me, cade con la bicicletta; chiaramente, siccome era una gara, simula dolori come si fa nei campi di calcio per ottenere l'ammonizione dell'arbitro verso il rivale.

Arriva di corsa la madre, sui 43 anni, tutta trafelata, con la faccia volta alla tragedia greca, come se il figlio fosse agonizzante, gli occhi prossimi a piangere: "Amore .... amore mio, tesoro che succede, bello mio, dove? dove? .... che ti sei fatto" e si piega ginocchioni a prestare i primi disperati soccorsi a quer cojone de minimo 11 anni. Poi dice che i figli oggi vengono su finocchi.

Se io non sono mai scappato di casa mia (e in realtà me ne sono andato assai presto) è perché mia madre 

1 non mi ha mai chiamato "amore"

2 perché quando giocavo non s'impicciava
3 quando mi facevo male me menava pure de sopra.



1 commento:

  1. Esclusivo : dai Giardini Vaticani

    È l’ufficialità di questo GRANDIOSO ED UNICO EVENTO
    che creerà la divisione nella Santa Chiesa Cattolica e Apostolica
    comunicata dalla Madre Mia a Fatima ai Pastorelli...

    Gesù a Conchiglia, 27 dicembre 2005

    http://gloria.tv/media/ZRzBfgChpik

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