giovedì 25 giugno 2015

bellezza delicata e inoffensiva, occhi dolcissimi, scuri e languidi, ... bellissimi. Era il diavolo!


la Comunione come merce 

di scambio



Don Antonio Mazzi è Dio, che già sa. 
Sa quando uno "è buono": se ne accorge dagli occhi. Dice.


Ma c'è qualcuno ormai che non usa la comunione come merce di scambio? come pezza onorevole per farsi pubblicità? Ma quali divorziati, quali omosessuali, quali peccatori hanno bisogno di voi? Parliamo di ipotesi, di un pubblico di fedeli del tutto aleatorio, simulato, riflesso condizionato delle proiezioni mediatiche, si gioca con specchi e fantasmi.


Non c'è niente da fare: appena i religiosi hanno a che fare coi media, si secolarizzano all'istante. E' un problema di identità, formazione, fede scarsi: vogliono piacere. Nella storia millenaria della chiesa, per la prima volta ci stanno solo uomini che vogliono piacere e amano l'approvazione.
La catastrofe di questi ottantenni che non riescono a scendere dai pulpiti.. dai palcoscenici dai quali si dimenano da 40 anni...
Gli occhi buoni dice.


Mi ricordo Oriana Fallaci, che quando andò a intervistare il semisconosciuto Osama Bin Laden, scrisse: "Era di una bellezza delicata e inoffensiva, e quegli occhi poi: erano dolcissimi, scuri e languidi, erano bellissimi. Era il diavolo!":


Diceva Shakespeare: 
«Non esiste vizio così manifesto che non assuma un segno di virtù nel suo aspetto esteriore. Quanti codardi, i cui cuori sono falsi come scale di sabbia, portano al mento la barba di Ercole o dell’accigliato Marte, ma se li guardi dentro, hanno il fegato bianco come il latte ... Nella religione, quale dannato errore non può una fronte austera benedire e comprovare con una citazione, celando la grossolanità con un bell'ornamento? » (da Il Mercante di Venezia, III, ii, 81-88).


Ma poi cos'è essere "buoni"?
A quanto pare non è la rinuncia al peccato, non più: è un sentimentalismo.


Antonio Margheriti Mastino

http://www.lafedequotidiana.it/don-mazzi-se-uno-e-divorziato-o-omosessuale-ma-e-buono-gli-do-lo-stesso-la-comunione/

Don Antonio Mazzi, fondatore della Comunità Exodus, da sempre vicino agli ultimi, in una intervista rilasciata a Massimiliano Lenzo de Il Tempo, ha affermato di concedere normalmente la comunione a divorziati e transessuali. “Io spero che le cose cambino – ha affermato – ma, accada quel che accada, di certo non mi spaventerò. Se la Chiesa va avanti, bene, io comunque vado per la mia strada. E se vedo che uno è divorziato o è omosessuale ma negli occhi ha lo sguardo della bontà, io la comunione gliela do lo stesso.”
Don Mazzi sostiene che “la parola accoglienza deve essere vissuta a trecentosessanta gradi, perché sa, se poi cominciamo a metter le virgole all’accoglienza allora il significato cambia” e che “bisogna allargare i sacramenti, darli anche a chi ha esperienze, come dire, non lineari, ed una esistenza non ligia alla cosiddetta normalità” in quanto “posso mica dire, accolgo dalle 7 alle 9 e poi chi si è visto si è visto. Oppure, accolgo Tizio sì e Caio no. Se la porta è aperta allora deve essere spalancata a tutti.
Don Mazzi ha proseguito spiegando che, secondo lui, Gesù Cristo fu crocifisso perchè “era un dissidente”, un “eretico rispetto al Potere di allora” ed ha dato la colpa alla Curia vaticana per i rallentamenti nelle riforme per la vita della Chiesa. “C’è una Curia, che io non chiamo romana ma il Sinedrio, potente, che comanda in Vaticano” aggiungendo che “la Chiesa è ancora così ricca mentre fuori ci sono milioni di poveri. Bisogna cambiare anche questo.”
L’intervista è stata rilasciata in occasione del dibattito sorto sui media in merito all’Instrumentum Laboris del prossimo sinodo straordinario per la famiglia che ha dato vita a moltissime polemiche.

1 commento:

  1. Don Mazzi........ma com'è possibile che simili preti vengano lasciati indisturbati al loro posto mentre esercitano, in nome di Gesù, il loro 'ministero' falso e fuorviante?

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