mercoledì 17 dicembre 2014

benigni e i 10 comandamenti

Dio ha creato l' uomo a sua

immagine e somiglianza,

l' uomo si fa un dio a sua immagine
 
e gradimento



... Stamattina la gente per strada al mercato nei negozi commentava e condivideva l'esilarante dottrina di Benigni ... Inchiodati ore alla poltrona per ascoltare il nuovo verbo fatto di divertenti verità condivisibile da tutti e da chiunque .... e qualcuno mi interpellava dicendo che sarebbe bello poterlo avere come predicatore nelle nostre chiese ... !!! Certo, mi son detto, qualche vescovo ci starà già sicuramente pensando, d'altronde c'è anche di peggio su ciò che resta della "dottrina" della fede cattolica... !
Così, tra una visita e qualche acquisto per mettere qualcosina nella pentola mi chiedevo se come pastori ci accorgiamo delle vere urgenze di questi nostri tempi .... !!!
Urgono riferimenti sicuri per la fede costantemente minacciata da proposte ad essa contrarie; urge più che mai una educazione cristiana capace di dare alla vita in tutti i suoi aspetti e dimensioni un orientamento cattolico sicuro; urge una fede matura capace anche di affrontare ragionamenti, dottrine contrarie alla fede autentica, quella che noi definiamo “apostolica” proprio perché
è riconducibile agli apostoli ed è custodita e trasmessa fedelmente dalla Chiesa nella sua Tradizione, e nel suo magistero autentico e che non concede sconti al mondo e ai suoi venti di dottrina. E’ infatti una fede matura, ben radicata quella che non si lascia facilmente mettere in discussione da critiche e proposte alla moda solo perché simpatiche, divertenti, gioiose, mondane, accomodanti ....
La situazione in cui ci troviamo è così paradossale (a riguardo della missione della Chiesa) e così fantasiosa che è proprio per questo che non si riesce a venire a capo, e la confusione degenera, il gregge è spaesato, ognuno pensa a difendere una sua immagine di Chiesa, una sua immagine di liturgia, una sua immagine di messa, una sua idea di peccato, di morale, di comandamenti, e spesso noi pastori sottomessi alla legge del mondo ci perdiamo nel tentativo disperante di trovare sempre cose nuove per attirare quanti si sono allontanati ... perché non bisogna lasciare fuori nessuno .... da cosa ... ? spesso non lo si sa nemmeno più ... visto che oggi la "Verità stessa non è più unica", "la Chiesa non è più unica" ... e Dio stesso sembra vere tanti volti, tanti nomi, tante confessioni, tante religioni, tutte legittime, e salvifiche, anzi, anche non averne nessuna è una forma di vita legittima e salvifica ...
La PAROLA DI DIO, di fronte ad uno scenario del genere, non smette di ricordarci, a noi preti e pastori in primis:
“Verrà giorno, infatti, in cui non si sopporterà più la sana dottrina, ma, per il prurito di udire qualcosa, gli uomini si circonderanno di maestri secondo le proprie voglie, rifiutando di dare ascolto alla verità per volgersi alle favole. Tu però vigila attentamente, sappi sopportare le sofferenze, compi la tua opera di annunziatore del vangelo, adempi il tuo ministero” ... (2 Tim 4,3ss)
Amici miei, stasera in poltrona, davanti al TV e non solo, vigilate, vigilate, vigilate ......
don Matteo

povero benigni si e perso 

sul più bello

di Alessandro Rico 

C’era quasi riuscito a piacermi. La prima serata di Benigni era stata magistrale, al netto di qualche inciampo. E pure l’avvio della seconda puntata sui Dieci comandamenti pareva promettente. Fino al quinto comandamento. Poi, il Roberto nazionale è caduto sulle marchette.
Un’infinita serie di luoghi comuni sul sesto comandamento, che la Chiesa avrebbe «manipolato» (non si capisce a che scopo), creando generazioni di repressi sessuali. E invece il senso del comandamento sull’adulterio sarebbe la lotta alla violenza sulle donne (Dio, una Boldrini ante-litteram), l’esaltazione della fedeltà che protegge l’amore vero e i figli. Per il resto, love is love, fate l’amore non fate la guerra e tutto l’arcinoto e melenso repertorio retorico. Peccato che Benigni abbia frainteso la profondità dell’insegnamento cattolico sulla sessualità, che la Chiesa considera un preziosissimo dono del Signore e perciò difende da ogni banalizzazione: dal sentimentalismo come dalla bestialità, dall’irresponsabilità come dalla compulsione. Il sesso è libertà e realizzazione della propria natura relazionale, non impulso animalesco cui sottomettersi come a un idolo – e torniamo al primo comandamento: di Dio c’è solo Dio, non il denaro, il successo o il sesso. Di qui, le sciocchezze sul “non desiderare la donna d’altri”: guardare non è peccato, basta fermarsi là. Visto che questo monologo ci è costato due milioni a serata, ci saremmo aspettati che oltre all’Esodo, Benigni leggesse pure il Vangelo, laddove il Cristo ammonisce: «Avete inteso che fu detto: Non commetterai adulterio. Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore» (Mt 5, 28).

Persino su un comandamento “facile” Benigni è scivolato rovinosamente. “Non rubare”. Come volevasi dimostrare, ci ha messo in mezzo pure gli evasori: «Violano un patto che abbiamo stabilito tutti». Caro Benigni, quand’è che avremmo stabilito consensualmente di essere derubati dallo stato?Proprio in questi giorni il Leviatano ci chiede il conto: 144 miliardi di euro sottratti alle tasche degli italiani. Chi sarebbe il ladro? E pensare che gli avevo perdonato l’imprecisione sulle guerre di religione: attingendo al leitmotiv della violenza in nome di Dio, Benigni aveva deplorato l’enormità dei massacri commessi per questioni di fede. Tuttavia, la maggior parte delle fonti accreditate smentisce questa tesi. Le varie enciclopedie sulle guerre storiche mostrano come i conflitti religiosi siano una minoranza: si va dall’Encyclopedia edita da Gordon Martel, per la quale solo il 6% delle guerre censite possono essere considerate guerre di religione; al volume di Phillips e Axelrod, che arriva alla cifra più alta, ma ancora minoritaria, del 25% – senza contare che molto spesso, dietro il casus belli religioso si sono nascoste questioni politiche ed economiche.

“Povero” (tra virgolette, dato l’incasso) Benigni, proprio sul più bello è partito per la tangente. Eppure, un piccolo applauso glielo tributiamo anche noi, perché in mezzo a una televisione generalista affollata di anticlericalismo e omosessualismo, se non altro è riuscito a parlare di Dio con il consueto appeal mediatico. E nonostante qualche grossolana fesseria antropologica e teologica, ci ha dato almeno il là per precisare, chiarire, arricchire, puntando i riflettori su temi banditi dal dibattito pubblico, quando non vilipesi. Una controcultura cattolica deve iniziare ad aggrapparsi anche a queste circostanze.A Benigni, invece, diamo un consiglio: la prossima volta, anziché andarsi a cercare la consulenza dei pastori valdesi, dia una letta a Joseph Ratzinger.

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