domenica 1 dicembre 2013

La chiesa d'Olanda è morta

i laici olandesi scrivono al papa


La chiesa d'Olanda è morta, 

e non perché il programma più 

progressista dell'orbe cattolico ha fallito, 

ma proprio perché 

si è realizzato.


Migliaia di laici hanno scritto al papa per denunciare 

"una Chiesa alla deriva" e il comportamento dei vescovi, 

responsabili di "una secolarizzazione aggressiva".


MA COSA PRETENDONO? Hanno seminato vento, raccolgono 

tempesta. E adesso soffiano sulla sabbia del deserto: si 

rassegnino, la storia cattolica olandese è finita, e non ha 

senso tenere aperte le chiese.


Una visita molto importante da parte della chiesa del paese europeo che sta attraversando una nuova forte crisi

MARCO TOSATTI


Lunedì mattina il Papa riceve in visita ad Limina i vescovi olandesi. La riunione, inizialmente prevista per giovedì 5 dicembre, è stata anticipata; in settimana si svolgerà anche la riunione – la seconda – degli otto cardinali consiglieri del Papa per la Riforma della Curia, e il carico di impegni è tale che non sarà possibile per i vescovi avere un colloquio individuale con il Pontefice.


In concomitanza con la visita a Roma, è partita però una forte iniziativa di migliaia di cattolici olandesi, che hanno emesso un comunicato, e preparato un documento, diretto al Papa, e intitolato “ad limina”. La situazione della Chiesa in Olanda, mai tranquilla da decenni, sembra conoscere una nuova crisi, che provoca “preoccupazioni radicate verso la direzione allarmante che la Chiesa olandese, gravata da difficoltà ha preso negli ultimi anni”, scrivono i laici.

Molti laici attivi in circoli scientifici, accademici, legali tecnici e del mondo degli affari, così come altri che li appoggiano, vedono che “la fede cattolica, la cultura, il suo patrimonio e la sua eredità sono ora in pericolo di essere persi per sempre”. L’impressione è che la Chiesa del Paese “sia alla deriva”; e per questo hanno compiuto una mossa senza precedenti dai tempi del Vaticano II. “Due gruppi di laici hanno deciso di unire le loro forze, risoluti a farsi sentire alla luce di un nuovo corso di ‘discernimento, purificazione e riforma’ come sottolineato dalla ‘Evangelii Gaudium’”.


Così la Bezield Verband Utrecht (BVU), che ha più di quattromila associati e un seguito molto maggiore, come si può rilevare dalle visite al suo sito, si è unita al  “Professorsmanifest” (PM). Quest’ultimo è una piattaforma accademica che comprende più di sessanta docenti in tutte le università olandesi. “Due settimane fa il gruppo, in una mossa determinata a mostrare il suo costante appoggio al Papa, si è detto d’accordo a lavorare con BVU nella preparazione di un ampio rapporto intitolata Ad Limina Apostolorum”.


Il rapporto è stato fatto giungere al Pontefice. I laici accusano i vescovi di “aver scelto di ritirarsi dai loro obblighi e responsabilità verso il loro gregge citando una litania di ostacoli sociali che sono incapaci o non vogliono affrontare”. In particolare appare allarmante ai laici il programma di soppressione di parrocchie, chiusure, vendita di beni ecclesiastici e chiese. I vescovi vogliono creare nuove megaparrocchie chiamate “Centri eucaristici”, guidati da “squadre di management” nominate dai vescovi con un prete. Questo nuove mega-parrocchie saranno chiamate “Luoghi di speranza”.


Circa 1300 parrocchie saranno soppresse, mille edifici ecclesiastici saranno demoliti. “C’è la diffusa  sensazione – scrivono i laici – che queste azioni vengono condotte in assenza della procedure prescritte relative all’ ’alienazione di beni temporali’ stabilite dal codice della Chiesa”. Queste misure sono prese contro i desideri dei parrocchiani, molti dei quali sentono di essere stati “marginalizzati e privati dei loro diritti nelle loro proprie chiese”. Ai loro occhi, scrive il documento, i vescovi sono responsabili di applicare una politica di “secolarizzazione aggressiva”.

E’ una politica originata, secondo i firmatari del documento “in una cultura della paura” che demoralizza i credenti, e minaccia la fede. E concludono: “Uniti insieme nelle loro fede in Cristo e nelle loro devozione alla Chiesa cattolica universale, sono determinati ad arrestare la tendenza corrente di mettere in silenzio la fede, in modo da restaurare un ordine giusto nella Chiesa”, e che si trovi una soluzione ai problemi nel dialogo con “apertura, obiettività, onestà e verità”.

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