venerdì 6 settembre 2013

problemi cattolici

Alcuni problemi cattolici...



Un lettore mi scrive:

Secondo lei cosa si dovrebbe fare? 
Mettiamo che in futuro (volesse il Cielo!) venga eletto papa un sacerdote tradizionale. Cosa dovrebbe fare? (......) dovrebbe imporre dall'altro la liturgia antica? Potrebbe "abrogare" i documenti del Concilio? Il Papa in teoria può farlo? ( .....) In questa miserevole e difficile situazione cosa potrebbe fare, con tutta l'opposizione clericale che potrebbe fare un immenso scisma? Sarebbe difficile abrogare, non sarebbe diciamo opportuno, perché verrebbe visto come un'imposizione etc. So che tutte queste nostre ipotesi e ragionamenti ipotetici non servono a nulla concretamente, dato che noi laici non possiamo farci nulla, ma perlomeno queste ipotesi potrebbero magari edificarci o aiutarci a farci comprendere di più la realtà.

Il giovane lettore che mi scrive, vedendo nel cattolicesimo attuale tutta una serie di mal funzionamenti e contraddizioni, pone questa raffica di domande, sollecitato dalle mie riflessioni che cercano, al contrario, di porre delle basi coerenti e in continuità sostanziale con la tradizione antica.
Le sue domande possono essere quelle di un qualsiasi lettore cattolico con sensibilità tradizionale.
Spiace dirlo ma, purtroppo, sono domande ingenue.
Forse si poteva iniziare a farle all'indomani della morte di Giovanni XXIII o all'inizio del pontificato di Paolo VI. Oggi la situazione è cambiata e, mano a mano che il tempo passa, è in continuo cambiamento. Francamente temo sia una situazione sostanzialmente alla deriva.
Oggi nel mondo cattolico si può pressapoco dire che:

- 1/10 ha una sensibilità prossima a quella del mio lettore, 
- 6/10 sono piuttosto indifferenti a tutto e abbastanza avversi a qualsiasi imposizione, 
- 3/10 sono fieramente avversi alla sensibilità tradizionale e paladini del nuovo in quanto nuovo o comunque di un nuovo in rottura col passato.

Con una composizione così anomala com'è possibile fare leva sul principio di autorità per "imporre" qualsiasi cosa? Se il papa attuale ha la fama che ha, ciò è principalmente dovuto non tanto alla sua decantata simpatia quanto al fatto che risulta simile a quei 9/10 che compongono la maggioranza del cattolicesimo attuale.
E se il papa precedente risultava antipatico questo derivava proprio dallo stesso fatto ma rovesciato: i 9/10 del cattolicesimo di fatto non lo amavano sentendolo estraneo a sé. Gli stessi suoi timidi tentativi d'instaurare qualcosa di tradizionale, parallelamente a quanto esiste e senza minimamente toccare quanto c'è, ha generato un'onda di mal celato fastidio, in qualcuno pure di terrore.
Un prete mi diceva chiaramente: "Se questo papa tedesco m'impone di celebrare la messa antica io lascio il sacerdozio". Penso non fosse affatto l'unico a pensarlo.
Le dimissioni del papa tedesco (secondo diversi imposte) hanno finalmente allontanato questo spettro e con esso pure la "riforma della riforma" del rito moderno cattolico...

Il problema di fondo, a mio modesto avviso, non è, come dissi, una questione di latino o di lingua vernacolare. Il problema è che qui si sta instaurando un cattolicesimo completamente nuovo dimentico non solo delle sue radici antiche (che lo assimilerebbero meglio al mondo ortodosso) ma anche di quelle moderne; un cattolicesimo indifferente all'oggettività della verità e al senso della tradizione (1). Se dall'alto giunge ancora qualche insegnamento è come un seme che cade in un deserto: i 9/10 non sono in grado di farlo fruttificare e non gl' interessa proprio.
E poi che senso ha decantare che Cristo è il redentore del mondo quando lo stesso clero che lo afferma pone di fatto azioni che rivelano un agnosticismo pratico? Quest'affermazione, in un contesto che non la supporta, non è che un fantasma retorico!
I 9/10, quest'ampia base, stanno di fatto trascinando tutto il cattolicesimo in una nuova realtà, impensata fino ad alcuni decenni fà.
Quello che mi ha stupito è che, la mia opinione è condivisa pure da qualche semplice cattolico praticante, nonostante parta da altri punti di vista e abbia  molte meno informazioni di me.

Non sono d'accordo con il mio lettore quando dice che "noi laici non possiamo farci nulla". Ognuno dal canto suo fà qualcosa se coltiva quant'è positivo. Non si tratta di andare a contestare in piazza. Si tratta di espandere una corretta mentalità, nei limiti e nelle possibilità consentite ad ognuno, o almeno di viverla. In questo modo almeno in certi ambienti, forse, la tendenza si rovescerà. E se altri correranno in una direzione opposta e dispersiva la responsabilità, alla fine, sarà unicamente loro.
Credo che, alla fine, non è personalmente importante se sta nascendo un nuovo cattolicesimo (cosa che di fatto accade) ma se si è nella linea della tradizione che ci pone in comunione con i testimoni antichi della fede. Solo da qui si può vedere cosa fare e come comportarsi.


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1) Lo stesso papa Ratzinger, passato per molto conservatore, nel dialogo con i "lefebvriani" sottolineava che nella tradizione l'elemento importante non è tanto il contenuto oggettivo del messaggio, come si diceva fino a poco tempo fà, ma la continua presenza del soggetto che lo trasmette. Non è importante dire, ad esempio, che Dio è uno e trino ma è importante che esista una realtà ecclesiale che afferma una confessione di fede.

Tuttavia, questo cambio di prospettiva può armonizzare anche i contrari: se è più importante il soggetto che trasmette, oggi si può tranquillamente dire il contrario di ieri in nome della tradizione e non sentire alcuna contraddizione. Ma se, viceversa, è importante l'oggettività del contenuto, la situazione si rovescia! Questo cambio di prospettiva - che sta alla base dell'identità di una Chiesa intera - sinceramente mi sgomenta e continua a darmi la prova che il Cattolicesimo si sta preparando per essere qualcosa di totalmente nuovo, fatte salve le solite apparenze esterne.

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