domenica 21 aprile 2013

MEDITAZIONE SUL SARIFICIO DELLA S. MESSA

La Messa è sostanzialmente lo stesso sacrificio della croce. E' diverso solo il modo dell'offerta. (Denz. 940)




La S. Messa, Sacrificio della Croce

Soltanto in cielo comprenderemo qual S. Dono sia la S. Messa. Tutti i santi hanno avuto un ardente amore per essa, vero sacrificio di Gesù sulla croce.
S. Francesco d'Assisi diceva:''L'uomo deve tremare, il mondo deve fremere, il cielo intero deve essere commosso, quando sull'altare, tra le mani del Sacerdote, appare il Figlio di Dio!''
Rinnovando il sacrificio della Passione e Morte di Gesù, la S. Messa è cosa tanto grande da bastare a trattenere la Divina Giustizia.
S. Teresa d'Avila diceva alle sue figlie spirituali:''Senza la S. Messa tutto perirebbe quaggiù, perchè soltanto essa può fermare il braccio di Dio.''
I santi che avevano compreso il valore della Messa partecipavano al Divin Sacrificio ogni giorno anche più volte (addirittura qualcuno 5-6 volte al giorno) Ogni sacrificio della Messa produce nell'anima grazie particolari. Dobbiamo davvero ritenerci fortunati ogni volta che ci è offerta la possibilità di ascoltare la S. Messa! Pensiamo a S.Massimiliano M.Kolbe che celebrava anche quando era in condizione di salute pietose e a S.Maria Goretti che per andare a Messa la domenica percorreva a piedi, tra andata e ritorno quasi 20 Km! E noi? Abbiamo la Chiesa cosi' vicino e diciamo che non troviamo il tempo per andare a Messa?
Quando qualcosa si vuole veramente, il tempo lo si trova. San Pio da Pietrelcina un giorno disse a un frate: ''Se gli uomini comprendessero il valore della Messa e ciò che succede sull'altare, ad ogni Messa ci vorrebbero i carabinieri per tenere in ordine le folle di gente nelle chiese!''

IL SANTO SACRIFICIO DELLA MESSA
Nozioni preliminari
La Messa è sostanzialmente lo stesso sacrificio della croce. E' diverso solo il modo dell'offerta (Denz. 940) Essendo un vero sacrificio la Messa ne realizza in modo proprio le finalità: adorazione, ringraziamento, riparazione e petizione (Denz. 948 e 950).
Il valore della Messa è in se stesso rigorosamente infinito. Però i suoi effetti in quanto dipendono da noi non ci vengono applicati se non nella misura delle nostre interne disposizioni.

Finalità ed effetti della Santa Messa
La Messa ha gli stessi fini e produce gli stessi effetti del sacrificio della croce, che sono quelli del sacrificio in generale come atto supremo di religione, però di grado infinitamente superiore.

Adorazione
Il sacrificio della Messa rende a Dio un'adorazione degna di Lui, rigorosamente infinita. Questo effetto è prodotto infallibilmente ex opere operato, anche se celebra un sacerdote in peccato mortale, perché questo valore latreutico o di adorazione dipende dalla dignità infinita del Sacerdote principale che lo offre e dal valore della Vittima offerta. Con la Messa possiamo dare a Dio tutto l'onore che Gli è dovuto in riconoscimento della Sua infinita maestà e del Suo supremo dominio, nella maniera più perfetta possibile e in grado rigorosamente infinito. Una sola Messa glorifica più Iddio di quanto lo glorificheranno in cielo, per tutta l'eternità, tutti gli angeli, i santi e i beati insieme, compresa Maria Santissima. Dio risponde a questa incomparabile glorificazione curvandosi amorosamente verso le Sue creature. Di qui l'immenso valore di santificazione che racchiude per noi il santo sacrificio della Messa.

Ringraziamento
Gli immensi benefici di ordine naturale e soprannaturale che abbiamo ricevuto da Dio ci hanno fatto contrarre verso di Lui un debito infinito di gratitudine che possiamo saldare soltanto con la Messa. Infatti per mezzo di essa offriamo al Padre un sacrificio eucaristico, cioè di ringraziamento, che supera infinitamente il nostro debito; perché è Cristo stesso che, immolandosi per noi, ringrazia Iddio per i benefici che ci concede. A sua volta il ringraziamento è fonte di nuove grazie perché al benefattore piace la gratitudine. Questo effetto eucaristico è sempre prodotto infallibilmente ex opere operato indipendentemente dalle nostre disposizioni.

Riparazione
Dopo l'adorazione e il ringraziamento non c'è dovere più urgente verso il Creatore che la riparazione delle offese che da noi ha ricevuto. Anche sotto questo aspetto il valore della Messa è assolutamente incomparabile, giacché con essa offriamo al Padre l'infinita riparazione di Cristo con tutta la sua efficacia redentrice. Questo effetto non ci viene applicato in tutta la sua pienezza - basterebbe infatti una sola Messa per riparare tutti i peccati del mondo e liberare dalle loro pene tutte le anime del Purgatorio - ma ci viene applicato in grado limitato secondo le nostre disposizioni. Tuttavia:
a. ci ottiene, per sé ex opere operato, se non incontra ostacoli, la grazia attuale necessaria per il pentimento dei nostri peccati. Lo insegna il Concilio di Trento: «Hujus quippe oblatione placatus Dominus, gratiam et donum paenitentiae concedens, crimina et peccata etiam ingentia dimittit» (Denz. 940). b. rimette sempre, infallibilmente se non incontra ostacoli, almeno la parte della pena temporale che si deve pagare per i peccati in questo mondo o nell'altro. La Messa è quindi utile anche alle anime del Purgatorio (Denz. 940 e 950). Il grado e la misura di questa remissione dipende dalle nostre disposizioni.

Petizione
Gesù Cristo si offre al Padre nella Messa per ottenerci con il merito della Sua infinita oblazione tutte le grazie di cui abbiamo bisogno. «Semper vivens ad interpelladum pro nobis» (Ebr. 7, 25), e valorizza le nostre suppliche con i Suoi meriti infiniti. La Messa di per sé, ex opere operato, muove infallibilmente Dio a concedere agli uomini tutte le grazie di cui hanno bisogno, ma il dono effettivo di queste grazie dipende dalle nostre disposizioni, la mancanza delle quali può impedire completamente che queste grazie giungano fino a noi.

Disposizioni per il Santo Sacrificio della Santa Messa.
Le disposizioni principali per la Santa Messa sono di due specie: esterne ed interne.

Disposizioni esterne
Il sacerdote che celebra dovrà osservare le rubriche e le cerimonie stabilite dalla Chiesa come se quella fosse la prima, l'ultima e l'unica Messa della sua vita. Il semplice fedele assisterà alla Messa in silenzio, con rispetto e attenzione.

Disposizioni interne
La migliore disposizione interna è quella di identificarsi con Gesù Cristo che si immola sull'altare, offrendoLo al Padre ed offrendosi con Lui, in Lui e per Lui. ChiediamoGli che converta anche noi in pane per essere così a completa disposizione dei nostri fratelli mediante la carità. Uniamoci intimamente con Maria ai piedi della croce, con San Giovanni il discepolo prediletto, col sacerdote celebrante, nuovo Cristo in terra. Uniamoci a tutte le Messe che si celebrano nel mondo intero. La santa Messa celebrata o ascoltata con queste disposizioni è indubbiamente tra i principali strumenti di santificazione.
Tratto da: Antonio Royo Marin, Teologia della perfezione cristiana, ed. Paoline, 1987, pagg. 548-554

"NELLA TUA MESSA, LA NOSTRA MESSA"
Se vogliamo mettere Dio al primo posto nella nostra vita dobbiamo mettere la messa domenicale al primo posto nella nostra settimana, e imparare a viverla come
incontro personale con Gesù e momento di confronto con la sua parola (non basta "ascoltare" la messa, bisogna VIVERLA).
Se Dio è il punto di riferimento della nostra vita, la messa domenicale deve essere il punto di riferimento delle nostre azioni quotidiane, perché lì ascoltiamo la sua parola, riceviamo la sua luce e conosciamo la sua volontà sulla nostra vita, gli presentiamo i nostri progetti, comprendiamo cosa dobbiamo fare concretamente per piacere a Lui, quali impegni prendere e come dovremmo comportarci ogni giorno con tutti i nostri fratelli (la famiglia, i compagni di scuola, gli amici, gli anziani e i bambini…).
Nella messa inoltre Dio ci fa sentire il suo Amore immenso e il perdono di Gesù per i nostri sbagli, e solo questo può darci la forza per rialzarci quando cadiamo, troviamo la pace e la consolazione per tutte le nostre sofferenze; quando ci sentiamo il cuore ferito, Gesù con la sua mano ci accarezza e ci guarisce, e così noi scopriamo che è Lui la nostra forza e la nostra pace, e ogni volta che stiamo con Lui, ogni volta che ci dona il suo corpo e il suo sangue, non possiamo più restare indifferenti, ma ci ricarichiamo di gioia ed amore.

Gesù inoltre con questo gesto ci dà un
esempio perfetto di amore e di santità di vita ("prendete e mangiate questo è il mio corpo offerto in sacrificio per voi…"), e imitare questo suo esempio diventa il VERO SENSO DELLA NOSTRA VITA. Le sue parole pian piano devono diventare le nostre parole, il suo sacrificio d’amore per noi deve diventare il nostro sacrificio d’amore per gli altri, e la sua messa così diventa davvero la nostra messa.
In questo modo il suo gesto d’amore più grande rimane scolpito nel nostro cuore, e noi ce lo portiamo sempre dentro: dovunque andiamo e qualunque cosa facciamo ci ricordiamo sempre del Suo Amore e cerchiamo sempre di imitarlo. Così la messa domenicale diventa davvero il
punto di riferimento e di partenza per la nostra vita, e noi non potremo più farne a meno, perché non potremo più fare a meno di Dio, che avremo messo davvero al primo posto nella vita.
Ma oltre ad essere un
punto di partenza per la nuova settimana, la messa domenicale deve essere per noi anche un punto di arrivo per la settimana passata, il momento e il luogo in cui portiamo al Signore il lavoro, la fatica, la gioia, l’impegno e i risultati di una intera settimana, e tutti quei gesti che abbiamo fatto per Lui, pensando a Lui, gli offriamo tutti insieme a lui sull’altare al momento dell’offertorio. Questo è il nostro preziosissimo contributo, E’ IL NOSTRO PANE che offriamo a Gesù; senza il pane il sacerdote non può celebrare la messa, così senza questa nostra offerta non ha senso che noi vi partecipiamo;se non abbiamo niente tra le mani offriamogli il nostro niente senza vergogna, Gesù apprezza tantissimo anche questa offerta.

La Santa messa infatti non è altro che uno
scambio di doni, e noi dobbiamo viverlo così: noi portiamo a Gesù qualcosa di insignificante (ma sono tutti i nostri sforzi, è la nostra miseria ma è la nostra vita), e Lui la rende preziosissima: la trasforma nel suo corpo e ce lo ri-dona per la nostra salvezza. Senza offrirli nella messa tutte le nostre azioni e i nostri sacrifici sarebbero sprecati, sarebbero considerati niente e non servirebbero alla nostra salvezza, ne a quella degli altri.

Per viver bene la messa, quindi, dobbiamo capire che essa inizia fuori dalla chiesa, con tutti i gesti che ogni giorno facciamo per il Signore (cioè nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo) pensando che la domenica li presenteremo a Gesù, li offriremo a Lui sull’altare. La domenica, poi, prima di entrare in chiesa, dobbiamo già aver chiaro in mente cosa portiamo a Gesù, dobbiamo già aver fatto l’esame di coscienza per tutta la settimana, avere qualcosa da chiedergli e qualche intenzione per cui pregare.

La messa infatti ci permette di pregare per gli altri e con gli altri, ma anche di parlare personalmente e direttamente con Gesù, cioè è un incontro personale con Gesù, e attraverso l’incontro con Lui incontriamo tutti gli altri. Quindi è un
momento di preghiera sia individuale che comunitario, ed è il momento di preghiera più forte e più completo per ogni cristiano, ed è insostituibile.

Durante la Santa Messa quindi avviene un
incontro straordinario tra noi e Dio, ed un ricchissimo scambio di doni. Solo se cominceremo a vivere così la messa scopriremo tutta la sua bellezza, la sua profondità e la sua utilità, e mettendo Dio al primo posto cominceremo a vivere ogni giornata per Lui, guidati da Lui, pensando a Lui e per offrirla a Lui.

http://www.airemsea.it/sancta-sanctorum/La_Santa_Messa.pdf

Canoni sul santissimo Sacrificio della Messa


1 Se qualcuno dirà che nella Messa non si offre a Dio un vero e proprio sacrificio, o che essere offerto non significa altro se non che Cristo ci viene dato a mangiare, sia anatema.
2 Se qualcuno dirà che con quelle parole: Fate questo in memoria di me, Cristo non ha costituito i suoi apostoli sacerdoti o che non li ha ordinati perché essi e gli altri sacerdoti offrissero il suo corpo e il suo sangue, sia anatema.
3 Se qualcuno dirà che il sacrificio della Messa è solo un sacrificio di lode e di ringraziamento, o la semplice commemorazione del sacrificio offerto sulla croce, e non propiziatorio; o che giova solo a chi lo riceve; e che non si deve offrire per i vivi e per i morti, per i peccati, per le pene, per le soddisfazioni, e per altre necessità, sia anatema.
4 Se qualcuno dirà che col sacrificio della Messa si bestemmia contro il sacrificio di Cristo consumato sulla croce; o che con esso si deroga all’onore di esso, sia anatema.
5 Chi dirà che celebrare Messe in onore dei santi e per ottenere la loro intercessione presso Dio, come la chiesa intende, è un’impostura, sia anatema.
6 Se qualcuno dirà che il canone della Messa contiene degli errori, e che, quindi, bisogna abolirlo, sia anatema.
7 Se qualcuno dirà che le cerimonie, le vesti e gli altri segni esterni, di cui si serve la chiesa cattolica nella celebrazione delle Messe, siano piuttosto elementi adatti a favorire l’empietà, che manifestazioni di pietà, sia anatema.
8 Se qualcuno dirà che le Messe, nelle quali solo il sacerdote si comunica sacramentalmente, sono illecite e, quindi, da abrogarsi, sia anatema.
9 Se qualcuno dirà che il Rito della chiesa Romana, secondo il quale parte del Canone e le parole della consacrazione si profferiscono a bassa voce, è da riprovarsi; o che la Messa debba essere celebrata solo nella lingua del popolo; o che nell’offrire il calice non debba esser mischiata l’acqua col vino, perché ciò sarebbe contro l’istituzione di Cristo, sia anatema.

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