mercoledì 20 febbraio 2013

concistoro 2013

Il card. Ravasi prossimo Papa ?

Si vocifera che tra i papabili del prossimo Conclave vi sia il card. Gianfranco Ravasi, “creatura” del card. Carlo Maria Martini. A dispetto degli elogi “diplomatici” resi al defunto porporato, diciamo in tutta franchezza che il card. Martini non ha brillato per ortodossia quanto invece per accomodamento e asservimento al mondo; non ha subìto oltraggi e persecuzioni dal mondo, bensì applausi e consensi, insomma l’esatto opposto di quella logica evangelica che ogni biblista dovrebbe conoscere. Basti leggere il libro Conversazioni notturne da Gerusalemme (2006), in cui Martini sostiene chiaramente biblicismo, soggettivismo etico ed altro ancora. Non stupisce che il card. Martini ha ottenuto in vita e in morte apprezzamenti da parte dei massoni, in particolare dal Grande Oriente d’Italia.

S.E. card. Ravasi, in quanto “figlio spirituale” del card. Martini, rappresenta la vasta area di cattolicesimo liberale, “centro-sinistroide” che fa del dialogo-apertura-sottomissione al Mondo il nuovo “dogma” (immutabile e irreversibile) e il nuovo metro con cui valutare e riplasmare da cima a fondo l’identità e l’azione della Chiesa Cattolica (teologia, morale, liturgia, pastorale, missione).
Inoltre S.E. Ravasi è allineato con l’establishment biblicista promotore di una esegesi biblica più ossequiosa verso studiosi non-cattolici e non-cristiani piuttosto che verso Autori in linea con la Tradizione Cattolica esegetica e magisteriale.
Allora: Ravasi prossimo Papa ? e magari col nome di… Liberio II ?
Senza nulla togliere al carisma petrino dell’infallibilità pontificia, temiamo che tuttavia, un Ravasi-Papa, non sarà molto zelante dell’ortodossia dottrinale e nemmeno guarderà con occhio benevolo coloro che parteggiano senza ambiguità per la difesa della Tradizione Cattolica. Temiamo che un Ravasi-Papa darà una potente virata (a sacerdoti, religiosi e laici) in senso progressista e ultra-conciliarista.
Ecco, in sintesi, le ragioni dei nostri timori.
  1. Santi ed eretici, tutti credenti; santi e peccatori, tutti cercatori di Dio [1981/83]
Nel commento al Salmo 31 (30), mons. Ravasi scrive: «L’invocazione diventa il motto che conclude l’itinerario di tanti altri credenti, da s. Policarpo a s. Basilio, da s. Bernardo a s. Luigi, da Hus a Lutero, a Melantone»[1]. Per mons. Ravasi, anche i protestanti sono credenti, come i santi cattolici… Non siamo dinanzi ad un indifferentismo “ecumenico”, ad un’alchemica coincidentia oppositorum ?
Nel commento al Salmo 73 (72), sul destino felice del giusto (vv. 23-28), mons. Ravasi cita testi extra-biblici per dimostrare che il giusto anche se povero è felice solo in Dio. Ravasi parte da San Tommaso d’Aquino, passa all’egiziano Amen-em-ope, risale a Santa Teresa d’Avila e all’Imitazione di Cristo e poi discende a… «Rimbaud, il celebre poeta francese» che diceva «Io aspetto Dio con gourmandise», cioè «quasi con golosità, con un ardore famelico»[2].
Ravasi non dice che questa frase del diciannovenne Rimbaud, all’epoca già immerso nel vizio omosessuale (con l’amico Verlaine), è inserita nel suo libro delirante e malinconico Une saison en enfer (1873)[3].  

     2. Ravasi, monsignor templare ? [1990]
Le Edizioni Templari di Roma, legate all’ordine “templare” S.M.T.H.O. di Rocco Zingaro (1941-2011) pubblicano nel 1990 il volume della studiosa templare Maria Lo Mastro, Dossier Templari 1118-1990. Nel volume c’è un articolo su un simbolo molto caro ai neotemplari esoterici (e al SMTHO): «Il Baphomet (de coincidentia oppositorum)», pp. 451-465. Poi alle pagg. 482-484 c’è un elenco di nomi sotto la dicitura: “Testimonianza di operosità della Gran Precettoria d’Italia del “Supremus Militaris Templi Hierosolomytani Ordo” nell’ambito sociale, culturale, artistico per la pace, la fede, e la fratellanza universale”. A pag. 484, tra quei nomi, compare il «Prof. Gianfranco Ravasi» (neretto nostro). Che vuol dire? Ravasi membro del SMTHO? oppure amico o semplice “conoscente”? Non sappiamo. Per lo meno c’è sintonia tra Ravasi e lo spirito templare di Lo Mastro: Ravasi ha elogiato «credenti» come Hus e Lutero, anche Lo Mastro, in quel volume elogia «Hus» e «Martin Luther» (pag. 431).

     3.  Elogio a Ermete Trismegisto [2000]
Il quotidiano Avvenire, 7 ottobre 2000, pubblica una recensione di mons. Ravasi allo studio di Claudio Moreschini sull’ermetismo (Ermete Trismegisto, Corpus Hermeticum, ecc.). L’erudito commento di mons. Ravasi ci sembra ambiguo. Forse avrebbe fatto meglio a rilevare in modo più apologetico l’incompatibilità tra ermetismo e cristianesimo…  Ravasi sa bene che l’ermetismo ha avuto influenze tra dotti cristiani, specialmente durante il periodo umanista-rinascimentale (es.: Marsilio Ficino, Francesco Patrizi). L’ambiguità, poi, splende nel titolo dell’articolo: Hermes, come sei cristiano[4]. Vien proprio voglia di dire: Ravasi, come sei ermetico !

     4. Ravasi immagina i dolori della Vergine Maria nel parto [2008]
L’Osservatore Romano del 25-12-2008 (pagg. 4-5) fa un “regalo di Natale” amarissimo: pubblica un articolo di mons. Ravasi dal titolo Maria incinta. L’autore sostiene che la Vergine Maria ha sofferto durante il parto e ciò è per Lei un qualcosa di onorifico. Con tali teorie mons. Ravasi si distanzia decisamente dalla Tradizione patristica e dalla Teologia Cattolica. È probabile che finora non abbia mutato pensiero. Scrive mons. Ravasi:
«[…] Noi ci fermiamo qui davanti a Maria, alle soglie del parto, di quel momento in cui, come dirà Gesù nell’ultima sera della sua vita terrena, “la partoriente è afflitta, perché è giunta la sua ora; ma quando ha dato alla luce il bimbo, non si ricorda più dell’afflizione per la gioia che è venuto al mondo un uomo” (Giovanni, 16, 21). Lo zelo di alcuni scrittori cristiani antichi e di alcuni mariologi aveva negato a Maria le doglie del parto, considerate frutto del peccato originale. In realtà nel testo della Genesi, come altrove nella Bibbia, le doglie sono usate come simbolo per indicare piuttosto la frattura che il peccato ha introdotto nell’armonia dell’amore di coppia e nella stessa generazione. L’esperienza della gestazione e di quei dolori, come dice Gesù, in realtà dona una ricchezza particolare alla donna. Una ricchezza che in Maria raggiunse l’ineffabile. Un’esperienza che solo Maria poté assaporare e che noi possiamo soltanto immaginare»[5].
Se si attribuiscono alla Madonna le doglie del parto logicamente si arriverà a inficiare la Sua integrità e verginità fisica. Doglie nel parto e integrità corporale possono coesistere nella Vergine Maria ? È un’idea fantasiosa che non trova alcun supporto nell’autentica Tradizione patristica e nemmeno nella teologia autenticamente cattolica.
Mons. Ravasi confonde il “parto spirituale” doloroso e redentivo di cui parla Gesù in Gv 16,21, con il parto fisico verginale e gioioso di Maria che dà alla luce Gesù.
È sbagliato dire, come Ravasi, che solo «alcuni scrittori cristiani e alcuni mariologi» per «zelo» hanno negato i dolori di Maria nel parto. Tali affermazioni di mons. Ravasi denotano uno scadente senso della Fede, della Tradizione e del dogma.
Un testo che sintetizza la dottrina di fede cattolica sul parto verginale e indolore di Maria è il Catechismo ad uso dei Parroci (detto anche Catechismo Tridentino o Catechismo Romano, nn. 47-48, parte I, art. 3, n. 47, pp. 29-30), pubblicato nel 1566 da Papa San Pio V su decreto del Concilio di Trento. Il beato Giovanni Paolo II ha definito il «Catechismo Romano» o «tridentino»: «opera di primo piano» («opus est praeclarissimum») in quanto «riassunto della dottrina cristiana e della teologia tradizionale ad uso dei sacerdoti»[6].
Al n° 48 del Catechismo Romano:
«A Eva fu detto: partorirai figli nel dolore (Gn 3,16); Maria fu esente dalla dura legge e, salva restando in lei l’integrità della verginale pudicizia, partorì Gesù Cristo figlio di Dio, senza alcun dolore, come sopra abbiamo detto» (cf. n° 47).
Meglio il Catechismo Romano che il biblista ambrosiano.
Temiamo che un Ravasi-Papa, qualora arrivasse al 2017, celebrerà e farà celebrare più Lutero che la Madonna di Fatima… Temiamo che un Ravasi-Papa accentuerà ulteriormente il minimismo mariologico sotto pretesti di ecumenismo, biblicismo e conciliarismo vaticano-secondista da “ermeneutica della rottura”.

5. Elogio all’ateo che prega… [2009]
5 febbraio 2009, L’Osservatore Romano pubblica alcuni stralci del libro di mons. Ravasi Le parole e i giorni. Nuovo breviario laico (2008)[7]. Ravasi propone un “breviario laico” ossia una raccolta di riflessioni sul sacro e sulla preghiera adatte per chi è “laico”, intendendo tale concetto come «sinonimo di areligioso, agnostico, persino di ateo». Si tratta di riflessioni fatte da persone di religioni diverse, persino atei. Nella sua sincerità l’ateo prega che Dio esista… Secondo mons. Ravasi praticamente anche l’ateo/agnostico può esser devoto, può pregare e può vivere in modo vero e autentico restando tale e quale. Forse l’ateo/agnostico è già cristiano di fatto? Sembra che mons. Ravasi, zitto zitto, riesumi la teoria rahneriana dei cristiani anonimi
Ci sembra che le riflessioni di mons. Ravasi sono più adatte per una rivista massonica che per un quotidiano cattolico e vaticano. Forse Ravasi-Papa farà qualche “apertura” e “concessione” anche ai massoni come già avvenuto sotto il Pontificato di Paolo VI ? Molto probabile.

6. A monsignore piace leggere la Bibbia e vedere la suora che danza in Basilica [2009]
            Roma, 7 aprile 2009, nella Basilica di S. Croce in Gerusalemme, la giovane Sr. Anna Nobili (39enne, ex cubista, già esperta balli erotici prima della conversione) si esibisce in una “danza sacra” nel corso di un evento biblico presieduto da monsignor Ravasi[8]. Sr. Anna si esibisce senza abito religioso, mostrando il suo leggiadro corpo di donna… Ormai il pudore (siepe della castità) pare contar poco anche tra suore moderne… E mons. Ravasi sorride e approva. In quell’occasione Ravasi ha benedetto la Cappella della Parola… Dopo due anni, a causa di gravi problemi interni, la comunità cistercense di S. Croce viene soppressa dalla Santa Sede e la Cappella della Parola smantellata[9]. La danza di Sr. Anna e la presenza di mons. Ravasi non hanno portato molto fortuna in quei luoghi.

7. Simpatie moderniste di S.E. Ravasi [2011]
            S.E. card. Ravasi ha scritto la prefazione a La vita di Antonio Fogazzaro composta da Tommaso Gallarati Scotti e ripubblicata da Morcelliana (2011). L’opera di Scotti fu inserita a suo tempo nell’Indice dei libri proibiti. Sia Fogazzaro che Scotti sono stati due esponenti del modernismo condannato da Papa San Pio X. Ravasi elogia Fogazzaro e Scotti come personalità straordinarie, uomini di fede… (proprio come Hus e Lutero ? vedi punto 1)… Ravasi non ha nessuna riserva su di loro e non fa nessun elogio al grande San Pio X… Fogazzaro sosteneva l’evoluzionismo darwiniano e in effetti cos’è il modernismo se non un evoluzionismo religioso e dogmatico? I modernisti ambivano (come oggi) a purificare Chiesa e Fede dalle “incrostazioni” dogmatiche e liturgiche (che esistono solo nella loro mente idealista)…  Lo stesso Ravasi afferma che si può essere “credenti non credenti” [10]… Proprio come il simul iustus et peccator di Lutero?  Lo stesso Ravasi definisce Lutero un “credente”! Anche Ravasi è un credente non-credente ?

8. Ravasi gentile coi “gentili” [2012]
            Il “cortile dei gentili” svoltosi il 5 e 6 ottobre 2012 ad Assisi, condotto da S.E. card. Ravasi si è concretizzato in un sostanziale monologo di e tra non-credenti. Ravasi, commosso, ha elogiato il discorso del presidente Napolitano (questi rispettoso verso i credenti, ma legato alla «tradizione laica», allineato col «dubbio»). Secondo Ravasi quel “cortile” ha abbattuto il muro tra credenti e non credenti e ha realizzato (tra gli opposti) «l’armonia» (un linguaggio da “muratore”!)[11]… Sebbene Ravasi denuncia «l’amoralità» che non fa differenza tra bianco e nero, tra bene e male, tra vero e falso[12], tuttavia elogia ancora le parole di Napolitano (e quelle di altri) definendole parole che «riescono a colmare il vuoto, e quindi a continuare a farci sperare nell’umanità»…[13] Ravasi dichiara di aver fatto un «libero discorso»… Ci permettiamo di dire: Eminenza, bisogna sperare in Dio, non nell’umanità dei “gentili” !
Ci sembra che la grande risonanza mediatica data a quel “cortile” abbia fatto da amplificatore all’antropocentrismo di atei ed agnostici… Il “cortile” è diventato così un aeropago, un pubblico foro della propaganda agnostica. Altro che “Anno della Fede”, e ciò nella patria di San Francesco, grande uomo del dialogo e dell’apologetica… Ma quest’ultima sembra mancare al card. Ravasi. L’evangelizzazione viene così ridotta a cultura e umanesimo orizzontale ?

9. Ravasi, giovanilismo & rock  [2013]
Dopo i “punti” su citati non sorprende leggere nell’Osservatore Romano di giovedì 7 febbraio 2013 che per la plenaria del Pontificio Consiglio per la Cultura, il card. Ravasi (suo Presidente) ha voluto un concerto rock della band The Sun[14]. Sua Eminenza vuole comprendere il linguaggio giovanile, incluso quello della musica rock e, nel caso, servirsi di esso per l’evangelizzazione… La band The Sun coniuga fede e rock (???) esibendosi anche in chiese[15] (lo sa la Congregazione per il Culto Divino?). Un piccolo particolare degno di nota: l’anonimo giornalista vaticano spiega che persino San Francesco d’Assisi non si sarebbe sconvolto per il concerto rock, anzi il Poverello voleva che i suoi frati penetrassero il cuore dei giovani…
Con buona pace di rockettari e rockerofili (porporati, frati, ecc.), il rock per sua natura non favorisce affatto quel minimo di raccoglimento e di silenzio interiore necessari per la crescita (anche giovanile) nella Fede. Inoltre il rock, sebbene devoto, non pare essere di grande aiuto per la custodia della purezza.
Ci auguriamo che Sua Eminenza, di tanto in tanto, anche dalle righe de L’Osservatore Romano, cerchi di sensibilizzare di più giovani e “culture giovanili emergenti” al sublime valore della castità per il Regno dei Cieli. Ma forse, come già il card. Martini e come già Martin Lutero, anche il card. Ravasi è aperto al matrimonio per i preti ? e magari sogna danze sacre tra preti e suore al suon di rock ?  Gli elementi qui raccolti ci inducono a temerlo.

Concludendo. Dopo decenni postconciliari di confusione dottrinale e morale tra le file di teologi e Pastori, abbiamo bisogno di un Papa chiarissimo e coraggioso Dottore, Apologeta e Martire della Fede Cattolica. Tremiamo all’idea che un cardinale così “gnostico”, così “umanista” e “mondano” come S.E. Ravasi possa ascendere al soglio petrino. Lo Spirito Santo sostenga la Chiesa in quest’ora difficile. Accompagniamo i cardinali conclavisti con la nostra orazione. Preghiamo anche per la conversione di S.E. card. Ravasi.



[1] G. Ravasi, Il libro dei Salmi. Commento e attualizzazione, I, Prefazione di Carlo Maria Martini, EDB Bologna 1981, p. 572, neretto nostro.
[2] Ivi, vol. II, 1983, p. 523, neretto nostro.
[3] A. Rimbaud, Une saison en enfer, Alliance Typoghraphique, Bruxelles 1873, p. 7.
[4] G. Ravasi, Hermes, come sei cristiano, in Avvenire, 7 ottobre 2000, in http://www.swif.uniba.it/lei/rassegna/001007b.htm
[5] G. Ravasi, Maria incinta di Gesù, in L’Osservatore Romano, giovedì 25 dicembre 2008, p. 5, neretto nostro.
[6] Giovanni Paolo II, Catechesi tradendae, 16 ottobre 1979, n° 13.
[7] G. Ravasi, Scorte di saggezza per la vita quotidiana, in L’Osservatore Romano, giovedì 5 febbraio 2009, p. 4.
[8] O. La Rocca, Suor Anna, storia di una redenzione dalla lap dance alla “danza sacra”, in Repubblica, 3 aprile 2009.
[10] Cf. R. De Mattei, Ma in che cosa crede il cardinale Ravasi ?, 10-10-2013, in http://www.corrispondenzaromana.it/ma-in-che-cosa-crede-il-cardinale-ravasi/ 
[12] Ivi, min. 1:19:00ss.
[13] ivi, min.
[14] Cf. Se il cardinale ascolta Amy Winehouse. Concerto rock per la seduta pubblica che apre la plenaria del Pontificio Consiglio della Cultura, in L’Osservatore Romano, giovedì 7 febbraio 2013, p. 7.
[15] Cf. G. Galeazzi, Il rock sale in cattedra in Vaticano, 29-01-2013, in http://vaticaninsider.lastampa.it/nel-mondo/dettaglio-articolo/articolo/rock-fede-faith-fe-21781/ 

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