lunedì 15 ottobre 2012

santa teresa d' avila

15 OTTOBRE
SANTA TERESA DI GESÙ, VERGINE,
DOTTORE DELLA CHIESA
 
UFFICIO DELLE LETTURE

INNO
Cammino interminabile,
lungo e crudele esilio,
terra in cui debbo vivere,
soggiorno di perìglio!

Signore amabilissimo
concedimi d'uscire,
che ansiosa in Te d'immergermi,
desidero morire.

Questo terreno vivere
è un'iterata guerra:
la vera vita vivesi
oltre la grama terra.
Schiudi, Signor, l'empireo,
fammi con Te venire,
che ansiosa in Te d'immergermi,
desidero morire.

Chi porrà mai dolèrsene
se questo fral perisce,
quando in tal modo acquistasi
il Ben che mai svanisce
Amarti, amarti, o Amabile;
amarti e mai finire.
Ansiosa in Te d'immergermi,
desidero morire.

Invano, o Dio, ti supplico;
invan ti cerco e bramo:
ognora a me invisibile,
non senti che ti chiamo:
onde infiammata spasimo
mai stanca di ridire
che ansiosa in Te d'immergermi,
desidero morire.

Cessi, Gesù dolcissimo,
quest' aspra pena mia!
Appagasi quest'anima
che Te, Signor, desia!
Fugate alfin le tenebre,
possa pur io gioire,
che ansiosa in Te d'immergermi,
desidero morire.
 
1 Dall'Autobiografia di santa Teresa d'Avila.
Vida de Santa Teresa de Jesus, XXIL3.5‑11.14. Obras,Burgos,1922, 159‑166.
Quando cominciai ad avere un po' d'orazione soprannaturale, vale a dire di quiete, procurai di allontanarmi da ogni cosa corporea; tuttavia, non osai elevare l'anima, perché mi sembrava una temerarietà a causa della mia grande miseria.
Intanto ‑ ed era vero ‑ mi pareva di sentire la presenza di Dio e cercavo di starmene raccolta in lui. Se il Signore aiuta, questa orazione fa gustare molte delizie.
Perciò, sentendone diletto e profitto, non solo non trovavo chi mi riconducesse alla conside-razione dell'umanità di Cristo, ma in verità la reputavo anch'io un ostacolo.
O Signore dell'anima mia, mio Bene, Cristo Gesù crocifisso! Non ricordo mai questa illusione che avevo allora, senza sentirne gran dolore; mi sembra infatti che fu un grave tradimento, anche se per ignoranza.

2 Voler far a meno dell'umanità di nostro Signore rivela un difetto nell'umiltà cosi nascosto e dissimulato che uno nemmeno se ne accorge. Ma chi può essere come me, cosi superbo e miserabile, da non stimarsi molto ricco e ben ripagato se in ricompensa della sua vita, sia pur condotta tra ogni genere di fatiche, orazioni, penitenze e persecuzioni, il Signore gli permette di stare ai piedi della croce con san Giovanni? Non so a chi può mai sorgere il pensiero di non esserne contento se non a me; appunto per questo ebbi a perdere dove invece avrei potuto guadagnare.
A volte la sensibilità o la malattia non permettono di pensare alla passione del Signore, perché è troppo penosa. Ma nessuno vieta di far compagnia a Gesù risorto, giacché l'abbiamo tanto vicino nel santissimo Sacramento, in cui si trova glorificato.

3 Non ho mai avuta una prova che non abbia sopportato bene, purché ti contempli, Signore, quando stavi davanti ai giudici. Chi ha come amico Cristo Gesù e segue un capitano cosi magnanimo come lui, può certo sopportare ogni cosa. Gesù infatti aiuta e da forza, non viene mai meno: è un vero amico.
Ho sempre riconosciuto e tuttora vedo chiaramente che non possiamo piacere a Dio e da lui ricevere grandi grazie, se non per le mani della sacratissima umanità di Cristo, nella quale egli ha detto di compiacersi.
Ne ho fatto molte volte l'esperienza, e me l'ha detto il Signore stesso. Ho visto nettamente che dobbiamo passare per questa porta, se desideriamo che la somma Maestà ci mostri i suoi grandi segreti.
Non bisogna cercare altra strada, anche se si è raggiunto il vertice della contemplazione, perché per questa via si è sicuri.

4  Da nostro Signore ci vengono tutti i beni. Lui ci istruirà e meditando la sua vita non si troverà modello più perfetto. Che cosa possiamo desiderare di più, quando abbiamo al fianco un cosi buon amico che non ci abbandona mai nelle tribolazioni e nelle sventure, come fanno gli amici del mondo? Beato colui che lo ama per davvero e lo ha sempre con se! Guardiamo il glorioso apostolo Paolo che non poteva far a meno di avere sempre sulla bocca il nome di Gesù, perché l'aveva ben fisso nel cuore.
Conosciuta questa verità, ho considerato e ho appreso che alcuni santi molto contemplativi non hanno seguito altro cammino. Ce ne da prova san Francesco con le stimmate e sant'Antonio con il Bambino. San Bernardo trovava le sue delizie nell'umanità di Cristo, cosi come santa Caterina da Siena e molti altri che conoscete meglio di me.
Rigettare ogni immagine corporea sarà certo ben fatto se l'insegnano persone tanto spirituali; ma io credo che ciò non debba farsi se non quando l'anima sia già molto avanzata, perché prima d'allora si deve sempre cercare il Creatore attraverso le creature.

5 Quando Dio vuol sospendere tutte le potenze dell'anima in certi modi d'orazione, è chiaro che la presenza della sacratissima umanità di Cristo ci è tolta dinanzi, anche se non vogliamo. Se è cosi, tanto meglio, perché una tale perdita ci fa meglio godere quello che ci sembrava di aver perduto. Allora l’anima si dedica totalmente ad amare colui che l'intelletto faticava a conoscere.
L'anima può cosi amare colui che non riusciva a comprendere e godere il bene che non avrebbe mai potuto cosi godere se non col perdere se stessa per meglio guadagnare.
Ma che noi mettiamo ogni cura e ogni abilità per evitare di aver sempre innanzi la sacratissima umanità di Gesù, (e piacesse a Dio che l'avessimo sempre per davvero!), ecco ciò che non mi pare ben fatto.
Anzi, come suol dirsi, è camminare per aria, perché allora l'anima sembra andare senza appoggio, nonostante che si creda piena di Dio. E' invece importantissimo per  noi uomini, finché siamo quaggiù, rappresentarci il Signore in figura di uomo.

6 Noi non siamo angeli, ma abbiamo un corpo. Voler fare gli angeli, mentre siamo sulla terra, è una vera pazzia, soprattutto quando si è cosi miseri come ero io. Il pensiero solita-mente ha bisogno di appoggio, benché talvolta l'anima esca cosi fuori di se e sia talmente piena di Dio da non aver bisogno, per raccogliersi, di alcuna cosa creata. Ma ciò non è abituale.Quando perciò sopraggiungono affari, travagli, persecuzioni, quando non si può avere tanta quiete o si passa per un periodo di aridità, Cristo è sempre un buonissimo amico. Lo vediamo uomo come noi, soggetto alle nostre medesime debolezze e sofferenze, e ci diventa di grande compagnia.
Una volta fatta l'abitudine, sapremo rappresentarcelo facilmente, nonostante che ci saranno giorni in cui non saper trovare Dio ne senza immagini, ne attraverso l'umanità di Cristo.
Perciò è bene, come ho detto, di non abituarci a cercare consolazioni spirituali.
Capiti ciò che vuole, sarà già gran cosa rimanere abbracciati alla croce.

7 Nostro Signore rimase senza consolazione, solo, sotto il peso dei suoi dolori. Non abban-doniamolo, ed egli ci darà la mano per salire, più che non potrà fare la nostra solerzia.
Poi magari si assenterà, quando lo vedrà opportuno e vorrà spingere l'anima a uscire da sé stessa.
Dio si compiace molto nel vedere un'anima prendere umilmente suo Figlio per mediatore, amarlo tanto e riconoscersi indegna, dicendo con san Pietro: Signore, allontanati da me che sono un peccatore , (Lc 5,8 ) anche se lui la eleva alla più alta contemplazione.
L'ho provato io stessa, perché il Signore mi ha condotta per questa via. Altri potranno prendere una strada più breve, ma io ho visto che l'edificio dell'orazione deve fondarsi sull'umiltà: quanto più un'anima si abbassa nell'orazione, tanto più Iddio la innalza.

8 Concluderò cosi: ogni volta che pensiamo a Cristo, ricordiamoci dell'amore che lo ha spinto a concederci tante grazie e dell'accesa carità che il Padre ci ha mostrato dandoci in lui un pegno della tenerezza con cui ci segue.
Amore chiama amore. Nonostante che siamo agli inizi e la nostra miseria sia grande, sforziamoci di aver sempre questo presente e di essere vigili nell'amare. Se Dio ci facesse la grazia, una volta, di imprimerci nel cuore questo amore, tutto ci diverrebbe facile e faremmo molto, in breve e senza fatica.
Sua Maestà ci doni questa fiamma, lui che sa bene quanto ci convenga. lo lo supplico in nome dell'amore che ci ha portato e in nome dei suo glorioso Figlio che tanto patì per testimoniarcelo. Amen.

9 Dal vangelo secondo Giovanni. 7,37‑ 9 Nell'ultimo giorno, il grande giorno della festa, Gesù, levatosi in piedi, esclamò a gran voce: "Chi ha sete venga a me e beva, chi crede in me"

Dalla Novena dello Spirito Santo di sant'Alfonso Maria De' Liguori
 Novena dello Spirito Santo, meditaz.9,3,1. Opere, Torino, 1826, t. x 213-201‑202.197‑198.
Il cuore umano va sempre cercando beni che possano renderlo felice. Se egli li cerca dalle creature, per quanti ne riceva, non rimane mai contento. Ma se non vuole altro che Dio, Iddio accontenterà tutti i suoi desideri. Gli uomini più felici in questa terra non sono forse i santi?
Chi beve dell'acqua che io gli darò, non avrà mai più sete ( Gv 4,13 ).
L'amore è acqua che sazia; chi ama Dio di vero cuore, non cerca né desidera niente più, perché in Dio trova ogni bene.
Contento di Dio, egli va sempre dicendo: "Dio mio e mio tutto".
Dio mio, tu sei ogni mio bene. Ma perciò il Signore si lagna di tante anime che vanno mendicando miseri e brevi diletti dalle creature, e lasciano lui ch'è un bene infinito e fonte d'ogni gaudio: Essi hanno abbandonato me, sorgente di acqua viva, per scavarsi cisterne, cisterne screpolate, che non tengono l'acqua, ( Ger 2,13 ) dice il Signore in Geremia.

10 Dio ci ama e desidera vederci contenti. Egli perciò grida e fa sapere a tutti: Chi ha sete venga a me. Chi desidera essere beato, venga a me, e io gli donerò lo Spirito Santo, che lo renderà beato in questa e nell'altra vita. Chi crede in me, come dice la Scrittura, fiumi di acqua viva sgorgheranno dal suo seno.
Chi crede e ama Gesù Cristo, sarà arricchito di tanta grazia che dal suo cuore, cioè dalla volontà che è il centro dell'anima, sgorgheranno più fontane di sante virtù; esse non solo gioveranno a conservare la sua vita, ma anche a dare la vita agli altri.
Appunto quest'acqua era lo Spirito Santo, l'amore sostanziale che Gesù Cristo promise di mandarci dal cielo dopo la sua ascensione. Leggiamo infatti in Giovanni che Gesù questo disse riferendosi allo Spirito che avrebbero ricevuto i credenti in lui: infatti non c'era ancora lo Spirito, perché Gesù non era stato ancora glorificato.

11 La chiave che apre i canali di quest'acqua beata è la santa preghiera, che ci ottiene ogni bene in virtù della promessa del Signore: Chiedete e vi sarà dato ( Mt 7,7 ).
Noi siamo ciechi, poveri e deboli; ma la preghiera ci ottiene luce, forza e ricchezze di grazia. Teodoreto affermava che la preghiera può tutto, anche da sola. Chi prega, riceve quanto desidera. Iddio vuol darci le sue grazie, ma vuol essere pregato.
Gesù mio, ti pregherò con la Samaritana: Dammi quest'acqua del tuo amore, che mi faccia scordare della terra, per vivere solo per te, amabile, infinito.
L'anima mia è terra arida, che non produce altro che sterpi e spine di peccati. Signore, innaffiala con la tua grazia, perché renda qualche frutto a tua gloria.

12 Signore, il tuo Spirito ci infiammi di quel fuoco di cui Gesù disse: Sono venuto a portare il fuoco sulla terra; e come vorrei che fosse già accesso ( Lc 12,49 ). Questo è stato quel fuoco divino che ha accesso i santi a far grandi cose per Dio: amare i nemici, e amare i disprezzi, spogliarsi di tutti i beni terreni e abbracciare con allegrezza persino i tormenti e la morte. L'amore non sa stare ozioso e non dice mai basta.
Un'anima che ama Dio, quanto più fa per l'amato, più desidera di fare per dargli gusto e attirarsi di più il suo affetto.
Questo santo fuoco si accende nell'orazione mentale, secondo la parola del salmista: Nel meditare e divampato il fuoco. ( Sal 38,4, ) Se dunque desideriamo di ardere d'amore verso Dio, amiamo l'orazione; questa è la beata fornace, dove si accende questo divino ardore.

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