lunedì 25 aprile 2011

Esto perénne méntibus
paschále, Iesu, gáudium,



Hic est dies verus Dei,
sancto serénus lúmine,
quo díluit sanguis sacer
probrósa mundi crímina.


Fidem refúndit pérditis
cæcósque visu illúminat;
quem non gravi solvit metu
latrónis absolútio.


Opus stupent et ángeli,
pœnam vidéntes córporis
Christóque adhæréntem reum
vitam beátam cárpere.


Mystérium mirábile,
ut ábluat mundi luem,
peccáta tollat ómnium
carnis vitia mundans caro.


Quid hoc potest sublímius,
ut culpa quæret grátiam,
metúmque solvat cáritas
reddátque mors vitam novam?


Esto perénne méntibus
paschále, Iesu, gáudium,
et nos renátos grátiæ
tuis triúmphis ággrega.


Iesu, tibi sit glória,
qui morte victa prænites,
cum Patre et almo Spíritu,
in sempitérna sæcula. Amen.

Maria di Magdala non si reca al sepolcro per ungere il corpo di Cristo, ma per piangere. Nel quarto vangelo l'unzione è già stata fatta da Nicodemo e Giuseppe d'Arimatea; Giovanni l'ha già descritta. Maria piange. Quattro volte Giovanni menziona queste lacrime. È ancora buio, è l'ora della tristezza e delle tenebre ma già si percepisce che la luce sta per risplendere. Maria di Magdala vede la pietra rimossa dal sepolcro, corre allora da Pietro e dall'altro discepolo, quello che Gesù amava, per confidare loro tutto il suo smarrimento: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove lo hanno posto» (Gv 20,13). Non sa più dove sia Gesù. Pietro e Giovanni vanno al sepolcro, vedono le fasce a terra e il lenzuolo che gli era stato posto sul capo, piegato a parte, poi se ne ritornano a casa. lI discepolo che Gesù amava è il primo a credere. Maria di Magdala ritorna al sepolcro. Piange e si china verso il sepolcro: il vuoto totale. Non trova colui che ha amato. Pur sapendolo morto, lo cerca ancora con passione. Due angeli la interrogano: «"Donna, perché piangi?". Rispose loro: "Hanno portato via il mio Signore e non so dove lo hanno posto". Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù che stava lì in piedi, [cioè risorto], ma non sapeva che era Gesù. Le disse Gesù: "Donna, perché piangi? Chi cerchi?". Essa, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: "Signore, se l'hai portato via tu, dimmi dove lo hai posto e io andrò a prenderlo". Gesù le disse: "Maria!". Essa allora, voltatasi verso di lui, gli disse in ebraico: "Rabbunì!", che significa: "Maestro"» (Gv 20,13-16). Gesù rivolge a Maria di Magdala la domanda che aveva rivolto tempo addietro in Galilea, quando chiamava i primi discepoli. «Chi cercate?» domandava Gesù ai due discepoli di Giovanni Battista che diverranno discepoli del Galileo. E come allora i due discepoli attribuiscono a Gesù il titolo di «Rabbi». Maria di Magdala, che riconosce Gesù quando la chiama per nome, esclama: «Rabbuni, Maestro!». Cercando il suo Maestro dopo la sua morte, riconoscendolo quando egli pronuncia il suo nome, si fa discepola alla sequela del Cristo risorto, come lo era stata quando era in vita. Ha seguito Gesù in Galilea, l'ha seguito fino alla croce, lo segue ora nella sua risurrezione. Essa si volge verso Gesù, annota Giovanni; ci vuol suggerire con queste parole che Maria si converte al Cristo risorto. Maria di Magdala crede alla sua risurrezione, trova vivente colui che cercava morto. Giovanni si è preso cura di precisare che il sepolcro è posto in un giardino, evocazione possibile del giardino del Cantico dei Cantici. Come la sposa del Cantico, Maria sconsolata si è messa a cercare il suo Signore che le era stato tolto. Come la sposa lo ha trovato e non lo lascerà più. «Ho trovato l'amato del mio cuore» (Ct 3,4). Maria di Magdala, chiamata «donna» da Gesù, personifica l'umanità alla ricerca di un salvatore. Sposa, è anche la nuova Eva. Nel giardino dell'Eden la prima donna era fuggita, nel giardino della risurrezione la donna riconosce il suo Maestro e non lo lascia più. Alla brezza della sera, Dio conversava con colei che il peccato aveva sedotto; all'alba della risurrezione viene ad asciugare le lacrime di colei che aveva liberato dai sette demoni. L'Eva della caduta diventa l'Eva della fede.*


Χριστός ανέστη εκ νεκρών,
θανάτω θάνατον πατήσας,
και τοις εν τοις μνήμασι
ζωήν χαρισάμενος.

Cristo è risorto dai morti,
con la morte ha schiacciato la morte,
e a coloro che sono nei sepolcri
ha ridonato la vita.

* J.-L. Vesto, Marie de Magdala. Évangiles et traditions, pp. 25-28.

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