lunedì 7 marzo 2011

Agnoli: Chiesa e pedofilia



di Massimo Introvigne

Una ricerca sociologica in Sicilia, presentata la settimana scorsa a Piazza Armerina, ha mostrato che la fiducia nella Chiesa cattolica, pur rimanendo maggiore rispetto a quella nelle istituzioni politiche, è scesa in modo preoccupante rispetto a precedenti indagini, soprattutto tra i più giovani. Il 61,5% di chi ha perso fiducia nella Chiesa afferma di essere stato influenzato in modo importante dalle notizie sui preti pedofili.
Questa ricerca siciliana conferma i dati di numerose altre indagini internazionali.
Benché altre notizie e altri scandali abbiano preso il posto dei preti pedofili sulle prime pagine dei giornali, la ferita inflitta alla Chiesa rischia di essere – se non permanente – almeno di lunga e complessa guarigione.
Ma l’opinione pubblica è davvero correttamente informata sulle vicende dei preti pedofili? Ne dubita il giornalista Francesco Agnoli, di cui esce oggi in libreria Chiesa e pedofilia. Colpe vere e presunte. Nemici interni ed esterni alla Barca di Pietro (Cantagalli).
Il testo raccoglie articoli in parte già pubblicati da quotidiani, che affrontano diversi aspetti della crisi in un modo appassionato e che non si vergogna né si scusa per il tono polemico. Non si può chiedere a un’opera di questo genere il rigore o la sistematicità di uno studio accademico, ma il lettore ne ricaverà tre informazioni non consuete e molto utili per avere un quadro più completo. La prima è che un numero impressionante di sacerdoti accusati di pedofilia è innocente. Accanto a casi su cui rimangono dubbi, vi sono preti certamente calunniati come il povero don Giorgio Govoni (1941-2000), che anch’io ho conosciuto, morto d’infarto dopo una durissima arringa del pubblico ministero e in seguito completamente scagionato dai giudici di appello e di Cassazione. E Agnoli elenca molti altri casi sconcertanti. La seconda è che soprattutto – ma ormai non solo – negli Stati Uniti la caccia al prete pedofilo è un enorme business per studi legali specializzati che si occupano solo di questi casi e che lavorano a percentuale, trattenendo per sé la gran parte dei risarcimenti milionari che riescono a ottenere, spesso con tattiche che per usare un eufemismo possiamo chiamare piuttosto disinvolte. La terza è che molti di coloro che più duramente attaccano la Chiesa sono stati, e talora sono ancora, alfieri di una rivoluzione sessuale che dal 1968 in poi ha giustificato ogni forma di sessualità 'alternativa', qualche volta non arrestandosi neppure di fronte alla pedofilia e alla giustificazione della vergognosa piaga del turismo sessuale di chi va a cercare minorenni nei bordelli della Tailandia o della Cambogia. I dati che Agnoli offre aiutano a riflettere. Il lettore avveduto userà per continuare la riflessione anche altre fonti. Un approfondimento del magistero di Benedetto XVI sul tema dei sacerdoti pedofili – su cui il testo si limita a qualche cenno – lo aiuterà a evitare ogni rischio di sottovalutazione di un problema che il Papa denuncia come assolutamente reale, vergognoso e drammatico. Ci sono le esagerazioni, le manipolazioni, i teoremi giudiziari infondati. Ci sono, purtroppo, anche i colpevoli. Agnoli non lo nega. E la Chiesa, come il Papa ha ricordato nel suo viaggio in Gran Bretagna, è chiamata – mentre difende gli innocenti calunniati – a confessare senza reticenze anche la sua "vergogna" e "umiliazione" per i colpevoli, e il "profondo dolore per le vittime innocenti di questi inqualificabili crimini".

Fonte: Avvenire, 3 marzo 2011

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