lunedì 7 marzo 2011

8 MARZO
SAN GIOVANNI DI DIO

(1495-1550)


Il discernimento della propria vocazione non sempre passa per vie piane e lineari. Lo testimonia Giovanni di Dio, di cui oggi ricorre la festa secondo il Calendario romano. Nato nel 1495 a Montemoro-Novo, in Portogallo, Giovanni Ciudad subì un primo grosso trauma quando, non ancora decenne, fu sottratto misteriosamente e per sempre alla sua famiglia, e fu condotto a fare il pastore in Spagna, a Oropesa. Arruolatosi in seguito nell'esercito spagnolo, egli percorse con scarsa fortuna e diverse disavventure la carriera militare, finché non decise di lasciare le armi per fare il venditore ambulante di libri a Granada. Secondo il suo biografo, qui avvenne l'incontro determinante con la predicazione di Giovanni di Avila: ne fu folgorato a tal punto che decise di diventare una sorta di folle per Cristo. Dopo un drammatico periodo trascorso in manicomio, egli ne uscì con una sola idea per la propria vita: assistere gli ammalati e i poveri abbandonati di Granada. Giovanni, che aggiunse a questo punto la qualifica «di Dio» al proprio nome, divenne il riferimento fondamentale per gli emarginati della città, e a lui cominciarono a unirsi altri uomini desiderosi di servire Cristo nei poveri e negli infermi. Giovanni di Dio morì l'8 marzo del 1550, e dopo la sua morte, sebbene egli mai avesse cercato di fondare un ordine religioso, grazie al suo esempio nacquero i «Fatebenefratelli», così chiamati dal saluto con cui Giovanni e i suoi discepoli erano soliti mendicare aiuto per i loro malati nelle vie di Granada.

SECONDA LETTURA
Dalle «Lettere» di san Giovanni di Dio, religioso
 
(Archivio gen. Ord. Osped., quaderno: «De las cartas...», ff. 23-24, 27; O. Marcos, Cartas y escritos de nuestro glorioso padre san Juan de Dios, Madrid, 1935 ) Cristo è fedele e a tutto provvede
Se guardassimo alla misericordia di Dio, non cesseremo mai di fare il bene tutte le volte che se ne offre la possibilità. Infatti quando, per amor di Dio, passiamo ai poveri ciò che egli stesso ha dato a noi, ci promette il centuplo nella beatitudine eterna. O felice guadagno, o beato acquisto! Chi non donerà a quest`ottimo mercante ciò che possiede, quando cura il nostro interesse e ci supplica a braccia aperte di convertirci a lui e di piangere i nostri peccati e di metterci al servizio della carità, prima verso di noi e poi verso il prossimo? Infatti come l`acqua estingue il fuoco, così la carità cancella il peccato (cfr. Sir 3, 29). Vengono qui tanti poveri, che io molto spesso mi meraviglio in che modo possano esser mentenuti. Ma Gesù Cristo provvede a tutto e tutti sfama. Molti poveri vengono nella casa di Dio, perché la città di Granada è grande e freddissima, soprattutto ora che è inverno. Abitano ora in questa casa oltre centodieci persone: malati, sani, poveri, pellegrini. Dato che questa è la casa generale, accoglie malati di ogni genere e condizione: rattrappiti nelle membra, storpi lebbrosi, muti, dementi, paralitici, tignosi, stremati dalla vecchiaia, molti fanciulli e inoltre innumerevoli pellegrini e viandanti, che giungono qui e trovano fuoco, acqua, sale e recipienti in cui cuocere i cibi. Non esistono stanziamenti pecuniari per tutti costoro, ma Cristo provvede. Perciò lavoro con denaro altrui e sono prigioniero per onore di Gesù Cristo. Sono così oppresso dai debiti, che spesso non oso uscire di casa a motivo dei creditori ai quali devo rispondere. D`altra parte vi sono tanti poveri fratelli, mio prossimo, provati oltre ogni possibilità umana, sia nell`anima che nel corpo, che io sento grandissima amarezza di non poter soccorrere. Confido tuttavia in Cristo che conosce il mio cuore. Perciò dico: Maledetto l`uomo che confida negli uomini e non confida in Cristo. Volente o nolente, gli uomini ti lasceranno. Cristo invece è fedele e immutabile. Cristo veramente provvede a tutto. A lui rendiamo sempre grazie. Amen.
Giovanni di Dio, Lettera alla duchessa di Sessa Per vincere il mondo, il diavolo e la carne, è necessario non confidare in se stessi, perché si cadrà mille volte al giorno in peccato, ma confidare solo in Gesù Cristo e unicamente per il suo amore e per la sua bontà non peccare, né mormorare, né fare del male, né danno al prossimo, ma desiderare per il prossimo ciò che vorremmo facessero a noi; e desiderare che tutti si salvino; e amare e servire solo Gesù Cristo per quello che lui è, e non per timore dell'inferno.


RESPONSORIO Is 58, 7 8   Dividi il tuo pane con l'affamato e introduci in casa tua il povero senza tetto; * allora la tua luce sorgerà come l'aurora, davanti a te camminerà la tua giustizia.
Vesti colui che è nudo, non distogliere gli occhi          da quelli della tua carne:
allora la tua luce sorgerà come l'aurora,
davanti a te camminerà la tua giustizia.

ORAZIONE    Signore, che in san Giovanni di Dio hai fatto risplendere la tua misericordia, concedi anche a noi di esprimere con le opere la sua carità verso i poveri e i malati per essere accolti fra gli eletti nel tuo regno. Per il nostro

Lectio altera
Ex Epístolis sancti Ioánnis a Deo religiósi
(Archiv. gen. Ord. Hospit., Quaderno: De las cartas..., ff. 23(v)-24(r); 27(rv):
O. Marcos, Cartas y escritos de Nuestro Glorioso Padre San Juan de Dios, Madrid, 1935, pp. 18-19; 48-50)
Christus fidelis cuncta prævidet
Si Dei misericórdiam respicerémus, numquam, dum in nobis est potéstas, in bono faciéndo deficerémus; nam cum paupéribus, ex Dei amóre, quod ipse nobis tríbuit transférimus, centésimum in ætérna beatitúdine promíttit. O felix emoluméntum, o quæstus beátus! Quis huic mercatóri óptimo quidquid póssidet non donábit, cum negótium nostrum procúret, et brácchiis pansis flágitet, ut nos ad eum convertámur et peccáta nostra defleámus et caritáti serviámus in primis erga nos, dein erga próximos? Ut enim aqua ignem exstínguit, sic cáritas delet peccátum.
Tot namque páuperes huc véniunt, ut ipse sæpíssime mirer quo modo sustentári possint; sed Iesus Christus ómnia próvidet et omnes alit. Multi páuperes in domum Dei véniunt, quia urbs Granáta magna et frigidíssima est, nunc máxime témpore hiemáli. Plus centum et decem nunc hanc domum íncolunt infírmi, sani, fámuli, peregríni: cum enim hæc domus generális sit, ægros omnis géneris et condiciónis récipit: membris captos, mancos, leprósos, mutos, améntes, paralýticos, porriginósos et álios sénio conféctos et multos púeros, et ínsuper innúmeros peregrínos et viatóres, qui huc pervéniunt, et illis ignis et aqua et sal et vasa quibus cibos coquant præbéntur; et pro his ómnibus nullus est pecúniæ réditus, Christus tamen próvidet.
Itaque ære aliéno hic labóro, et sum captívus propter Iesum Christum. Et cum ita ære aliéno premar, ut sæpe domo exíre non áudeam propter débita quibus ténear, et cum vídeam tot páuperes fratres et próximos meos ultra vires pati, tantísque ærúmnis ópprimi sive in ánimo sive in córpore et néqueam eos leváre, ádmodum mæreo, sed Christo confído, novit enim cor meum. Ideo dico: Maledíctus homo, qui confídit in homínibus, et non in Christo tantum; ab homínibus enim seiúngeris, velis nolis; Christus tamen fidélis est et pérmanens, Christus namque cuncta prævidet. Ipsi iúgiter grátias agámus. Amen.


Responsorium          Cf. Is 58, 7- 8 .                                                                                
.Frange esuriénti panem tuum,                                            
et egénos vagos induc in domum;
* Tunc erúmpet quasi auróra lumen tuum,
et anteíbit fáciem tuam iustítia tua.                                       
Cum víderis nudum, óperi eum,                                      
et carnem tuam ne despéxeris.
Tuncerúmpet quasi auróra lumen tuum,
et anteíbit fáciem tuam iustítia tua.


Oratio
Deus, qui beátum Ioánnem misericórdiæ spíritu perfudísti, da, quæsumus, ut, caritátis ópera exercéntes, inter eléctos in regno tuo inveníri mereámur. Per Dóminum.

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