mercoledì 2 marzo 2011

4 - 12 MARZO
NOVENA “DELLA GRAZIA”
a S. Francesco Saverio





LA MIRACOLOSA NOVENA A SAN FRANCESCO SAVERIO
DETTA “DELLA GRAZIA”

Amabilissimo ed amatissimo Santo, con te riverentemente adoro la Divina Maestà: e poiché mi compiaccio degli speciali doni di grazia, che ti ha largiti nel tempo della tua vita e di gloria dopo la tua morte, le rendo affettuosissime grazie e ti supplico con tutto il cuore d'impetrarmi con la tua potente intercessione la grazia importantissima di vivere e morire santamente. Ti prego di impetrarmi pure ... 
(chiedere le grazie spirituali e temporali  desiderate):
e se ciò che domando non è secondo la maggiore gloria di Dio e il bene maggiore dell'anima mia, impetrami ciò che all'una e all'altra è più conforme. AMEN.


Altro testo:
Caro san Francesco Saverio, con te adoro Dio nostro Padre, rinpraziandolo per i grandi do­ni di grazia che ti ha concesso durante la vita e per la gloria di cui ti ha coronato in cielo.
Ti supplico con tutto il cuore: intercedi per me presso il Signore, perché mi dia anzitutto la grazia di cooperare alla salvezza di tut­ti gli uomini e, in particolare, di vivere e morire santamente.
Mi conceda anche la grazia di cui ho bisogno in questo momen­to .., purchè sia secondo la sua volontà.
Intercedi perché tutti i popoli possano incontrare Cristo Salva­tore, per la loro salvezza e per la maggior gloria di Dio Padre. Amen.

Prega per noi, san Francesco Saverio,
e saremo degni delle promesse di Cristo.

Preghiamo:      O Dio, che con la predicazione apostolica di San Francesco Saverio hai chiamato molti popoli dell'Oriente alla luce del Vangelo, fà che ogni comunità cristiana arda dello stesso fervore missionario, perché su tutta la terra la santa Chiesa si allieti di nuovi figli. Per il nostro Signore.

Deus, qui beáti Francísci prædicatióne multos tibi pópulos acquisísti, da, ut fidélium ánimi eódem fídei zelo férveant, et ubérrima ubíque prole Ecclésia sancta lætétur. Per Dóminum.

Oppure:     Signore, Dio pietoso e misericordioso, hai aperto le porte dell'Oriente all'apostolo del tuo vangelo, san Francesco Saverio; mandaci fino agli ultimi con­fini della terra per portare a compimento la gioia materna della tua Chiesa. Per il nostro. Signore,

P. Mastrilli viene guarito da s. Francesco Saverio

Nella prima domenica dopo l'Immacolata, l’11 dicembre 1633, si svolse nel palazzo reale di Napoli la festa tradizionale della monarchia spagnola, molto devota alla Vergine Maria. Per rendere più solenne la festa, il Viceré aveva voluto che nella loggia intorno al gran cortile fossero eretti quattro altari.
Ne fu affidata la realizzazione ad altrettanti nobili cavalieri, tra cui Carlo Brancaccio, fratello del cardinale omonimo. Carlo a sua volta, per meglio riuscire nell'intento, si rivolse al p. Marcello Mastrilli s.j., sicuro che l'altare da lui eretto sarebbe risultato di sicura finezza artistica.
Terminata la festa, il p. Mastrilli volle tornare al suo altare dove gli operai si apprestavano a togliere gli addobbi. Ed ecco che improvvisamente uno degli operai, che lavorava su una lunga scala, si lasciò sfuggire un pesante martello, che colpì violentemente p. Mastrilli alla testa.
Soccorso e portato nel collegio gesuitico del "Gesù Vecchio", il ferito ricevette tutte le cure possibili dai medici, ma - nonostante un breve periodo di miglioramento - ogni rimedio si rivelò vano, e p. Mastrilli si aggravò al punto che - dopo 21 giorni - il 2 gennaio 1634 era ormai in fin di vita, né c’erano altre speranze per salvarlo.
Il giorno seguente le sue condizioni erano sempre disperate, ma ecco che il mattino di mercoledì 4 gennaio p. Mastrilli fu visto, con stupore di tutti, all'altare a celebrare la Messa, quando ormai ci si attendeva la sua morte. Evidentemente qualcosa di straordinario era avvenuto, e fu lo stesso p. Mastrilli a riferirlo.

Come scrisse in una relazione - firmata e consegnata alle autorità della Diocesi - prima di ricevere l'estrema unzione fece voto, davanti al suo Padre Provinciale, p. Carlo di Sangro, di partire come missionario in India, se il Signore lo avesse voluto guarire.
Pregò quindi il suo confessore di far portare nella sua camera una immagine di S. Francesco Saverio, pregandolo che gli concedesse di poter fare la Comunione prima di morire, data la difficoltà che aveva di inghiottire. E per questo si accostò alla gola una piccola reliquia del Santo.
Difatti poté poi ricevere la Comunione, e per il resto del giorno, poiché si sentiva soffocare, pregò pure la Madonna di affrettare la sua morte. Ma ecco che a questo punto si sentì chiamare: "Marcello! Marcello!" Sentì poi ancora la medesima voce, e volgendo gli occhi verso l’immagine di San Francesco Saverio, ecco che scomparvero ai suoi occhi i confratelli che gli stavano vicino, e vide una persona vestita da pellegrino, col volto di San Francesco Saverio. "Ebbene - gli disse il Santo - che si fa? Volete morire o andare alle Indie?" P. Mastrilli rispose che desiderava fare quello che Dio voleva. "Non vi ricordate - proseguì allora il Santo - che ieri, col permesso del vostro Provinciale, avete fatto voto di andare in India se Dio vi avesse ridato la salute?" Alla sua risposta affermativa il Santo continuò: "Dunque, allegramente, dite con me queste parole..." E il Santo gli fece ripetere, con alcune aggiunte concernenti la partenza per le Indie e la domanda del martirio, la formula dei voti propria della Compagnia di Gesù.
Infine aggiunse: "Ormai siete sano. Ringraziate Dio di un favore così grande, e in segno di adorazione baciate le cinque piaghe del vostro crocifisso». Infatti, come tutti poterono costatare, il p. Mastrilli era completamente guarito. E tre anni dopo partì per l'Oriente, dove tre anni dopo, nel 1637, morì martire in Giappone, a Nagasaki.
Grato della guarigione ottenuta, il Mastrilli conservò per S. Francesco Saverio una grande devozione, che si sforzò di diffondere tra quanti il Signore metteva nel suo cammino di missionario. Molti da allora testimoniarono di grazie ricevute da S. Francesco Saverio, e si diffuse così quella che venne chiamata la «Novena della Grazia», che in modo particolare si pratica dal 4 al 12 marzo.

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